Pubblicato il 14/06/2012 09:48:15
da 'Il prodigio delle cose' ed. Corriere della Sera
* Sì, li amavo quei convegni notturni, I bicchieri ghiacciati su un piccolo tavolo, Il vapore del caffè sottile, profumato, Il torpido caldo d'inverno, del rosso camino, L'acre allegria dello scherzo letterario E dell'amico il primo sguardo, angodcioso e smarrito.
** Non sappiamo separarci, E ancora vaghiamo spalla a spalla. Già comincia a imbrunire, Io taccio, tu sei pensoso.
In chiesa entreremo, vedremo Funerale, matrimonio, battesimo, Senza guardarci, usciremo... Perché ancora in noi questo disagio?
O sulla neve calpestate sederemo Del cimitero, con deboli sospiri, E col bastone disegnerai dimore Dove vivremo in due per sempre.
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