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L’interruttore del mondo

di Luc Laudja
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Pubblicato il 17/11/2012 11:48:09

Ho un tal casino in testa, che una discarica a confronto è il posto più ordinato del mondo.”

Così esordì non appena la vide, si voltò, si sedettero su quella vecchia panca isolata - che chissà per quale motivo stava lì - di colore verde spento, anche lei non ce la faceva più e, come per incanto, diventò giorno - alle tre di notte.

Non riuscirono a spiegarsi come, in tutta una vita, anzi in due vite, non avessero mai provato l’emozione di cambiare le leggi del tempo e dell’universo, eppure era semplice, bastava sedersi su una panca di colore verde spento che non aspettava altro che qualcuno si adagiasse su di lei per provare, finalmente, il suo vero fine, la sua modesta, piccola, insignificante utilità nella vita dell’universo umano, essere il pulsante del giorno e della notte, della luce e del buio e, volendo, della vita e della …

 

Così, seduti sull’interruttore del mondo, in una notte/giorno come mai prima, e forse neanche dopo, leggeri e volanti nel cielo delle idee nascoste, con la stessa naturalezza delle stelle quando, a fine giornata, la sera escono, decisero l’uno per l’altra che da quel momento nulla sarebbe stato più uguale a prima, tutto poteva essere cambiato, migliorato o annullato, colorato o seppellito, il brutto bello ed il bello meglio.

 

TUTTO, tre lettere combinate in modo tale da chiudere entro sé stesse ogni spazio ed ogni tempo, ogni vita ed ogni pensiero, del passato e del futuro, sopra sotto e dentro di noi. Tutto, come niente, era nelle loro mani ma, non potendo, pur tralasciando qualcosa, essere anche nelle loro menti, per un antipatico rapporto massa-scienza-coscienza che pendeva a loro sfavore, preferirono divagare, distrarsi, chiudere gli occhi, per far sì che niente, come tutto, si mettesse in ordine, ordinatamente, correttamente, responsabilmente, saggiamente, civilmente e pacificamente, ogni cosa e non cosa doveva avere il tempo ed il modo di ritrovare il suo posto, la sua origine, il punto di equilibrio con il resto in movimento.

 

Se avessero saputo prima che bastava un attimo distrarsi dal proprio ego per ottenere una composizione così sublime e perfetta, tanto inarrivabile dalla mente umana quanto, dalla stessa, alienabile per gioco.

 

Temendo di spegnere la luce, e tutto il resto, decisero di non muoversi mai più da lì …

...

...

...

ma qualche stronzo, ...

...

...

...

...

...

staccò la spina.

 


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