Pubblicato il 30/09/2012 00:23:18
Ti è alloro d’amarezza e pianto vittoria mozza d’ali, sperduto in un deserto di risate e gesti senza sete dove per camminare correre o pensare non si deve come te arrampicarsi sull'arido Carmelo dei mattini, ma come Elia immortale e confidente in verde pira - che dopo la battaglia fu assunto tutto intero in cielo - o come chi, salendo, dentro di sé trovò il divino e nel salire in se stesso ritrovò il cammino - si è fiamma viva dentro il carro scalpitante nell'abbagliante trionfo del cielo arroventato.
Ma tu hai uno sguardo di cenere leggera, e il passo ti è intralciato da monca e incompiuta profezia. Non ci saranno angeli a nutrirti e porgerti la mano, ma nella terra umida hai il dono del sorriso e quando guardi sono i miei stessi occhi i tuoi che chiedono perché questo splendore nella pena.
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