Pubblicato il 16/05/2012 20:49:29
DINO CAMPANA REVISA SU BIOGRAFÍA EN EL PSIQUIÁTRICO DE CASTEL PULCI
Servía para la química, para la química pura. Pero preferí ser un vagabundo. Vi el amor de mi madre en las tempestades del planeta. Vi ojos sin cuerpo, ojos ingrávidos orbitando alrededor de mi lecho. Decían que no estaba bien de la cabeza. Tomé trenes y barcos, recorrí la tierra de los justos en la hora más temprana y con la gente más humilde: gitanos y feriantes. Me despertaba temprano o no dormía. En la hora en que la niebla aún no ha despejado y los fantasmas guardianes del sueño avisan inútilmente. Oí los avisos y las alertas pero no supe descifrarlos. No iban dirigidos a mí sino a los que dormían, pero no supe descifrarlos. Palabras ininteligibles, gruñidos, gritos de dolor, lenguas extranjeras oí adonde quiera que fuese. Ejercí los oficios más bajos. Recorrí la Argentina y toda Europa en la hora en que todos duermen y los fantasmas guardianes del sueño aparecen. Pero guardaban el sueño de los otros y no supe descifrar sus mensajes urgentes. Fragmentos tal vez sí, y por eso visité los manicomios y las cárceles. Fragmentos, sílabas quemantes. No creí en la posteridad, aunque a veces creí en la Quimera. Servía para la química, para la química pura.
DINO CAMPANA CONTROLLA L’AUTOBIOGRAFIA NEL MANICOMIO DI CASTEL PULCI
Ero buono per la chimica, per la chimica pura. Ma preferii fare il vagabondo. Vidi l’amore di mia madre nelle bufere del pianeta. Vidi occhi senza corpo, occhi sospesi orbitando sul mio letto. Dicevano che non stavo bene di testa. Presi treni e barche, percorsi la terra dei giusti di buon mattino e con la gente più umile: gitani e mercanti. Mi svegliavo presto o non dormivo. Nell’ora in cui la nebbia non era ancora svanita e i fantasmi a guardia del sonno comunicano inutilmente. Sentivo gli avvisi e gli allarmi ma non ho saputo decifrarli. Non erano diretti a me bensì a quelli che dormivano, però non ho saputo decifrarli. Parole inintelligibili, grugniti, gridi di dolore, lingue straniere sentivo ovunque andassi. Esercitai i mestieri più umili. Percorsi l’Argentina e tutta l’Europa nell’ora in cui tutti dormono e appaiono i fantasmi a guardia del sonno. Ma proteggevano il sonno degli altri e non ho saputo decifrare i loro urgenti messaggi. Frammenti, forse sì, e per questo visitai i manicomi e le prigioni. Frammenti, sillabe brucianti. Non credevo alla posterità, benché talvolta credevo alla Chimera. Ero buono per la chimica, per la chimica pura.
(a cura di Alessio Brandolini, vedi http://www.filidaquilone.it/num020brandolini2.html)
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