Pubblicato il 14/05/2012 19:02:26
I
Oh tu Vento selvaggio occidentale, àlito della vita d'Autunno, oh presenza invisibile da cui le foglie morte sono trascinate, come spettri in fuga
da un mago incantatore, gialle e nere, pallide e del rossore della febbre, moltitudini che il contagio ha colpito: oh tu che guidi
i semi alati ai loro letti oscuri dell'inverno in cui giacciono freddi e profondi come una spoglia sepolta nella tomba,
finché la tua azzurra sorella della Primavera non farà udire la squilla sulla terra in sogno e colmerà di profumi e di colori vividi
il colle e la pianura, nell'aria i lievi bocci conducendo simili a greggi al pascolo; oh Spirito selvaggio, tu che dovunque t'agiti, e distruggi e proteggi: ascolta, ascolta!
II
Tu nella cui corrente, nel tumulto del cielo a precipizio, le nuvole disperse sono spinte qua e là come foglie appassite
scosse dai rami intricati del Cielo e dell'Oceano, angeli della pioggia e del fulmine, e si spargono là sull'azzurra superficie delle tue onde d'aria
come la fulgida chioma che s'innalza sopra la testa d'una fiera Menade, dal limite fioco dell'orizzonte fino alle altezze estreme dello zenit,
capigliatura della tempesta imminente. Canto funebre tu dell'anno che muore, al quale questa notte che si chiude sarà la cupola del suo sepolcro immenso, sostenuta a volta
da tutta la potenza riunita dei vapori dalla cui densa atmosfera esploderà una pioggia nera con fuoco e grandine: oh, ascolta!
III
Tu che svegliasti dai loro sogni estivi le acque azzurre del Mediterraneo, dove si giaceva cullato dal moto dei flutti cristallini
accanto a un'isola tutta di pomice del golfo di Baia e vide in sonno gli antichi palazzi e le torri tremolanti nel giorno più intenso dell'onda, sommersi
da muschi azzurri e da fiori dolcissimi al punto che nel descriverli il senso viene meno! Tu per il cui sentiero la possente
superficie d'Atlantico si squarcia e svela abissi profondi dove i fiori del mare e i boschi fradici di fango, che indossano
le foglie senza linfa dell'oceano, conoscono la tua voce e si fanno all'improvviso grigi per la paura e tremano e si spogliano: oh, ascolta!
IV
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare; fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo; un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
condividere tutto l'impulso della tua potenza, soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile! Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
dei tuoi vagabondaggi alti nei cieli, come quando superare il tuo rapido passo celeste sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
a te con questa preghiera nella mia dolente necessità. Ti prego, levami come un'onda, come una foglia o una nuvola. Cado
sopra le spine della vita e sanguino! Un grave peso di ore ha incatenato, incurvato uno a te troppo simile: indomito, veloce ed orgoglioso.
V
Fa' di me la tua cetra, com'è della foresta; che cosa importa se le mie foglie cadono come le sue! Il tumulto
delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto profondo e autunnale, e dolcemente triste. Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso! Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi come da un focolare non ancora spento, le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro, tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento, se viene l'Inverno, potrà la Primavera esser lontana?
da "Shelley, Keats e Byron I ragazzi che amavano il vento" traduzione Roberto Mussapi Universale Economica Feltrinelli (pag. 38 - 43)
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 4 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Teresa Milioto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|