Pubblicato il 28/06/2008 10:03:36
Cara Ninetta, o Marinella, o quale che sia er tuo nome, che te devo da di’? Gnente. Te sei buttata, amen e così sia. Ma come te capisco! L’ommini t’hanno scritto canzoni e poesie. Ma eri morta, che te ne facevi? Perché nun l’hanno scritte mentre che c’eri, mentre che stavi ad aspettà ‘na parola, un gesto, ‘n’emozzione? Perché nun t’hanno presa fra le braccia e t’hanno detto: zitta, nun piagne, viè qua che mo’ t’abbraccio e asciugo tutto er freddo che te scote? Perché nun t’hanno detto che eri bella? Perché nun t’hanno dato quer ber fiore che tu aspettavi sempre, a tutte l’ore? Perché t’hanno trattata da pupazzo? Boh, nun lo so. Forse hai chiesto ‘n fiore a chi nun c'aveva manco er core, forse nun hai capito che la vita nun te regala gnente, che ‘na sfida, che devi restà viva pe’ te stessa, puro quanno te senti sola e perza. O forse avevi già capito che tutto é ‘na buscia. Te sei buttata. Amen e così sia.
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