Mamma
I tuoi occhi azzurri come il mare in tempesta
Il biondo capello del grano maturo
Rotondità di luna avvolta nel nero cupo della notte
Poca statura per guardare meglio a terra
Il volto severo e che controlla il tutto, l’infinito
Lo sguardo apparentemente assente
ma ondeggiante nei gesti quotidiani
Ti mostri a me, mamma,
con orgoglio e passione
Fiera del tuo senso dell’onore allunghi lentamente il passo
Dove sei, mamma,
e dove sono riposti i tuoi ricordi?
Rammenti quanto è stato duro sfondare il tuo universo?
Ahimé, in quei momenti non ti ho capita:
ferita nella mia alterigia
Cercavo riscontri per capire
Gelosamente custodivi qualcosa che mi era fosco
Ed era difficile posare sul tuo candido seno le mie paure
Mi crescevi infondendomi il dovere,
mostrandomi agli altri come il fiore più bello
Ma io ne rimanevo spaventata e confusa
E così diventavo
Quando ho aperto la chiave del dolore a tua insaputa
mi sono ritrovata stordita e sola
Anni a digerire, mamma mia,
il tuo volto levigato su cui era scolpito il segreto
Ho udito a quel punto il tuo cuore
e lentamente sono cresciuta
E poi adulta
L’autonomia passo dopo passo conquistata
Seduta davanti ad una sconosciuta
Ho spolverato gli anni infantili della mia vita
Ti ho ritrovata
E raggiante per averti conquistata
ho capito e ho apprezzato
Collusa a te mia dolce amica
Mi hai regalato tanti doni
L’amore
L’amicizia
La stregoneria
L’intuito
La preghiera
L’ascoltare
Mi riempivo così di emozioni
Non era vero che sei severa, mamma mia
mi hai solo educata con l’assenza di non perdere
Mai la ragione
La pazzia che gli altri vedevano in te
quando i tuoi defunti sono stati tanti
Era un ritrovare la mia follia
per avere colto le tue vibrazioni
Ora mi manchi
Eppure, sono certa che altera sei accanto a me
guardinga e cara
Le affinità che mi hai trasfuso
sono elettive e mai disperse
E sul momento mi agito a raccontare
ciò che della tua vita non avevo neppure sfiorato
Ora la campanella è suonata
e così è finita sulla bassa terra
Il cordone che ci ha visto unite
Tanti sono i cuori
Dispersi in cielo
che giungono a te di freschi ricordi
Ti vedo, mamma, e sei ancora più bella
Da lontano ci saluti con la mano
spargendo sulle nostre teste confuse tante note musicali
Sono violini quello che io ascolto e tu che dici
E ora suonate voi le vostre melodie
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