Pubblicato il 13/04/2012 06:44:04
Cosa accade alla casa quando esco sbattendo la porta
Ci sono parole che ancora volteggiano nell’aria prima che i loro vuoti involucri si adagino in un residuo di polvere lungo le pareti.
Piccoli insetti diventano padroni del silenzio. La poltrona trattiene il vuoto della forma, i quadri mantengono un rigido riserbo. Sul pavimento lucido un filo parla la lingua dell’esilio. La finestra registra il profilo delle nuvole. Il frigorifero senza preavviso si mette a borbottare.
Si assiste alla declinazione degli oggetti durante la parabola del sole. Nella luce si affaccia una pantofola, cerbiatta timida prossima alla consunzione.
Il suono del postino irrompe nel vuoto della casa, lo riempie di uno splendido interrogativo. Il clamore del traffico accarezza le sedie in cucina.
Nei bagni le tubature se ne infischiano delle voci dei vicini ed emettono brevi gorgoglii, guaiti appena pronunciati, sospiri, soffi.
Forse risuonano dei passi, forse una vecchia paura ancora aleggia nelle stanze. Le tovaglie conservano i loro vividi colori. Ci sono dita che si attorcigliano all’attesa.
(tratta dalla rivista Fili d'aquilone. n. 25 http://www.filidaquilone.it/num025deoliveira.html)
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