Pubblicato il 15/07/2012 23:32:10
Sincero, non nasconde bellezza né abominio. A volte gioisce nella malinconia della letizia degli altri, sorride di riflesso; per natura aspira a non farsi notare, forse a non esistere; impara che nessuno lo guarda per guardarlo che è sempre fuori posto, mai nel punto verso cui volgon gli occhi, sempre prima, o dopo, e mai s'intromette nelle scoperte di due sguardi che si cercano. Gode con voi di una giornata di Sole, si perde insieme a voi nel buio. È fragile, il vetro d'una finestra, instabile per natura, non adatto al mondo trema ad ogni alito e mano che lo sfiora. In questa vita di vetro lo scaraventarono a forza, non la chiese. Non era così mentre irrideva il vento del deserto e col nome di sciagura soffocava l'arroganza in gola agli sprovveduti, concedeva un termine al lungo viaggio dei dispersi. Forse se non lo ferisse ancora giovane ogni sguardo storto e disperato che lo trapassa, il tocco mal calibrato che la distrazione accorda sempre agli oggetti, quella devozione meccanica di cui non è il fine; se troppe voci non stridessero tanto inutilmente se avesse il tempo di adattarsi alla paura arriverebbe a conoscere la luce rossa della fine. Ma non avviene mai, invecchia sempre prima, e alla fine si rompe.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 2 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Emanuele Zeta, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|