Pubblicato il 13/07/2012 10:49:18
E’Gloria la preghiera ininterrotta - senza insegnamento - essere nel tempo del respiro tutti, senza eccezione.
Chi dice grazie già fa preferenza e spaccia se stesso come perfetto o almeno crede che la perfezione
sia dono che bisogna coltivare - piccole schiere di futuri eletti in nicchie ben sicure - apotropaiche
per la gloria di un dio che ha già scelto chi salvare - come si gioca ai dadi - e chi ha più alto il tiro è fortunato
mentre altrimenti chi è mancino bisognerà con garbo sopportare guardando dal Trionfo con rimpianto
chi è stato meno attento e ricompensa o almeno compassione non ha avuto se non nel meritarsi penitenza.
O Gloria che da sempre sei lo sguardo su assassini, ladri, mutilati, principi, puttane, transessuati,
barboni con parole già da santi, santi che in sogno sono già barboni, tu e io già da sempre congiunzione,
geni della matematica o poeti, etero senza qualità perduti nel conto di giornate senza storni.
Sorridi, Gloria che in te comprendi mondi in sfacelo, albe e tramonti - sorridi sulla vita che non muore
in ogni seme d’uomo e non comincia - non finisce se già la sera, aurora diventata, di stelle ormai si adorna .
E tu, certo, continua a coltivare nella terra quel germe che è semenza di un tutto in infinito svelamento.
E’ compimento vivere e ci attende in ogni gesto - in ogni movimento la luce ancora oscura della Gloria
da sempre destinata a comparire. Non c’è tra noi nessuno a meritarla, perché non è da meritare il vento.
Solo aspettare il soffio che si alzi - quando si aprirà come una vela a trasformare il mare in orizzonte.
Dedica di un’insipiente, nel Destino immenso,
a Emanuele Severino
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