Pubblicato il 20/06/2008
Ieri mi è arrivata la solita catena di Sant’Antonio, che come al solito ho cestinato. Cito testualmente, senza interferire con lo stile e la correttezza grammaticale dello scrivente: “una notte Enry Batterson , un ragazzino inglese, ricevette questa e-mail , la leggette, e subito dopo, facendo finta che era solo una stupida catena, si mise a letuto, si addormentò, ma lui non stava sognando... non era nemmeno sveglio, e neanche svenuto, era morto... I dottori non capirono mai per quale motivo morì, la cosa strana è che dietro la testa aveva un buco, nel quale, si nascndeva un piccolo fogliettino : DOVEVI CREDERCI! ... c'era scritto... nemmeno la scientifica ce la fece a scoprire questo folle delitto... ma qualche anno fa, venì tutto a galla.... Era stata QUESTA e-mail ad ucciderlo, è come la cassetta di THE RING, dopo averla vista si muore, ma non dopo 7 giorni, ma la notte stessa... Molti non ci credono a questa storia, e fanno male, perchè in questi anni non è morta solo una persona, ma ben 39 ragazzi, tutti con un foro nella nuca.... Spedisci questa e-mail a 50 persone, non di meno, perchè LUI non risparmia nessuno, sa se l'hai inviata o no a 50 persone, anche solo se la invii a 49 persone sei morto... inviala e basta, non raccontare a nessuno di questa storia... oppure ti accaderà una cosa molto, ma molto spiacevole questa notte mille scuse io non rischio” *** questa mattina mi sveglio: un sapore dolciastro, inconfondibile, mi invade la bocca e le nari. Con le mani raccolgo tremante il liquido rosso che cola copioso dal capo. Cerco il buco: è lì, proprio sopra alla nuca. Infilo un dito nell’orripilante pertugio e lenta sfilo un lercio foglietto. Ma non riesco a leggere nulla: è troppo imbrattato di sangue e materia grigia. Chiamo la scientifica, i RIS, CSI Miami, CSI New York, NCIS, Criminal Minds, Buffy l’ammazzavampiri, Walker Texas Ranger, l’Ispettore Clouseau e la Morgue (bisogna essere previdenti). Arrivano tutti, tranne Buffy che con un sms mi fa sapere “cioè marì io popo ke t piscio…è trpp una pezza..se vedo sangue sbratto tipo d brutto! C si bekka” (traduzione: “maria scusa ma non ho la minima intenzione di venire perché solo il pensiero del sangue mi dà la nausea”). Cominciano a versare polverine, spengono la luce ed accendono strane lampade azzurrognole, inseriscono in sofisticati marchingegni termicodinamicoelettroniconucleari capelli, pezzi di cuoio capelluto, brandelli di federa, il laccio di una mia scarpa da ginnastica ed un pelo del gatto. Nel frattempo, costernata, mi chiedo come mai sono ancora viva. Una donna poliziotto mi offre una mega tazza di schifoso caffè americano e una frittella al succo d’acero. (Dieta leggera: uova e pancetta sono sconsigliate ad un moribondo non yankee). Indiana Jones mi dà l’ultimo bacio: decisamente meglio dello sciroppo d’acero! Dalla mia reazione direi che , infondo, forse non sto morendo. Poi, sono passati tanti anni da quando ricevetti per la prima volta la woodoo mail e la scienza ha fatto passi da gigante, cura del raffreddore e della diarrea a parte. Finalmente, una raggiante tuta bianca, mi svela il contenuto del foglietto: “Leggere parole quali <<leggette, letuto, fogliettino, venì, accaderà>> MI HA TRAPANATO IL CERVELLO!” È chiaro: non è stata la catena maledetta, ho somatizzato il dolore per la morte della sintassi e dell'ortografia. Chiedo, perplessa, come mai il mio bigliettino non si leggesse e come faccio ad essere ancora viva con un buco in testa. Henry Batterson nel cranio non aveva nulla, neanche Acqua Paola, quindi la carta non aveva subito danni. La mia testa contiene, seppur piccolo perché femminile, un cervello ed è grazie a lui se sono viva: ha fatto da barriera. Tiro un sospiro di sollievo per, poi, ripiombare nella più oscura disperazione. Ho raccontato questa storia a tutti voi: circa trecento possibili lettori al giorno. Mi accadrà una cosa molto, ma molto spiacevole questa notte… o, forse, domani quando leggerò i commenti!
Si ringraziano: Google per i nomi dei telefilm Mia figlia per la traduzione dall’italiano all’smsaggese. A lei dedico questo racconto.
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