Pubblicato il 01/03/2012 21:58:15
I morti male, coloro che cadono quando non ci sono più lacrime se non i lucciconi del piccolo, dopo Hiroshima, dopo i Mathausen...
Ah vorrei almeno intravederlo il dio accecante che avanza da crimine a crimine, e penetra l'umano di una chiarità d'empireo.
Lui che prende luce dalle sue vittime e cresce, canto fermo da cicale a cicale d'estate, nella maturità dei tempi, nella pienezza della storia, dicono,
o l'altro, non importa, fermo nell'unità del mondo, che parla a chi ne è degno, certo, più di me, minatore votato a morte nella miniera, poeta che non sta al gioco dell'arte.
Mi conosci questi pensieri non di meno mi parli di felicità, e io ascolto.
(tratta da "Tutte le poesie", Nell'opera del mondo, Garzanti, 1979)
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