Pubblicato il 26/02/2012 19:03:04
Ragazza cara, my girl, chi te l’ha fatta così maligna verso il marciapiede dove tutti i camion, tutti i piccioni e i luridi impensati canali coperti scorrono; se penso “ebbene, sto come foglia nelle stagioni, abbiamo occhi bellissimi e padri martiri” e resto un attimo commossa per il Creato che si riflette malamente nella Storia azzurro ghiaccio nell’essenza delle vesti semplici perché da donna-ragazza tutte queste benedette bambine che hanno studiato;
se penso in cuore tutto questo ora, io Amelia piango troppo per la tua morte.
ALARE (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli)
Gettarsi dalla finestra è l’empito non volgare non volgere nulla perché di bianco c’è solo gli occhi di là di su di giù dei capitelli traversi pei grandi palazzi rossi dell’amor-Roma che sorgono come mazzi di fiori irti.
Per chi non capendo cade di senso l’acqua scorrevole via via assorbita nel suo rigenere peccaminoso: ma cosa più sbagliava delle fontane di acciaio? Cosa più faceva da tomba e vita insieme se non il cunicolo quadrangolare delle mie catacombe aperte?
Sull’autobus non si riesce a fare la e, si pasticcia.
ALARE (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli)
Eritropoiesi a poco dal guardaroba: tutto il sangue diventa azzurro e poi anche la pipì e il bianco degli occhi. La roba trascolora in azzurro marinaro. Perché mio signore spazzato via mi poni nella casa questi armadi come valige inamovibili, perché il fiore delle vene mi fa alfabeti sui polsi segnati dalla malattia del colore? Vicina, a poco dal guardaroba, sto per dire che prendo qualcosa. Cerco una tinta che va bene con le mie braccia.
ALARE (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli)
Il gatto odora gli spiriti, annusa l’aria, sta immobile. L’adoratore dell’aria fa le fusa per il cibo già avuto. O mio gatto piovuto dalla vicina di casa che se ne andava io allora su questo principio avrei dato al mondo molti più animali che figli o altro. Ma poiché il compito di sorreggere gli animali sul corpo fa parte del dominio dei totem allora nessuno stregone può ora toccare il gatto a me vicino e lontano. Nel maciullo del chiuso io adesso vado. Ciao gatto, vadovadovado.
ALARE (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli)
Si faceva un censimento acrobatico sempre dalla cantina come quasi una conta di leucociti che di mese in mese scherzava. A poco a poco spedisco la mia carcassa al macello, o meglio so che lo devo fare, ma in profondo non mi importa che tanto. La mia corporatura è un mantello secco penso ripari aringhe da sfregare con pane in tempo della povertà.
da "Devi chiamarmi Sempre" (Campanotto, 2005)
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Teresa Milioto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|