Pubblicato il 12/02/2012 09:12:13
La nevicata del '56, due anni e già inverno, ma non so niente, l'origine già scritta, gli occhi di chi mi tiene per mano, la città vuota, le ruote della Millecento Fiat, il soffio per gli anni lesti in bianco e nero, la cucina in attesa del gioco, Natale, il carnevale in maschera, niente di quegli sguardi in ombra, del secolo nel dopoguerra e del bene che è negli anni il sentimento del rimpianto, dello slancio senza pentimento, l'istinto a non fare, a non dire senza la pazienza e il giuramento atteso che il tempo non contemplerà errori e mosse d'attacco, in difesa, accerchiato, sulla scacchiera dei cavalli a elle, il re grande, persa la regina, il pedone caduto. E le sillabe, non sapevo, della neve sui tetti, degli amori, come viverli, come descriverli. Dell'essere padre e poi non essere padre, dell'immagine, fissarla che è quella per sempre, ma è altro, non più esistente, la neve che mi fa sospettare del destino. Ciò che verrà.
(tratta da "Almanacco dello specchio", 2010-2011, Mondadori 2011)
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