Pubblicato il 02/03/2009 12:01:48
Nella Chiesa di S. Maria delle Grazie ad Agropoli
L’ADDIO AL POETA GIUSEPPE VOLPE
Aveva 93 anni, la mente lucida e la memoria nel pieno delle sue facoltà si da recitare le sue poesie in pubblico senza avere il bisogno di leggerle. Anche i suoi discorsi erano estemporanei, semplici, chiari, sinceri e pieni di ricchezza spirituale. Pochi mesi fa aveva pubblicato un libro di poesie e ne aveva affidato una copia agli amici più cari, quasi un testamento spirituale. Proprio stamattina, prima di andare nel mio studio a scrivere questo ricordo di Giuseppe Volpe, o “Peppino”, come lo chiamavano gli amici e coloro che avevano la passione per la scrittura, ho ripercorso le pagine del volumetto. L’amore per la famiglia, i ricordi della fanciullezza, passati tra stenti e sacrifici, la passione per la scrittura, intesa per la maggior parte come poesia cilentana, che egli tanto prediligeva, il rievocare attimi di guerra, tristi e terribili alla stesso tempo, il rispetto per il paesaggio e la natura nel suo grande complesso, una filosofia della vita, intesa come grandissimo dono, pur se costellata da momenti non certamente piacevoli, erano il mondo prediletto dal decano dei poeti cilentani. Nella Chiesa di S.Maria delle Grazie ad Agropoli, ieri, 21 febbraio 2009, c’erano tutti: amici, parenti, conoscenti, estimatori, rappresentanti del mondo dell’arte e della cultura. Le note stridule di un violino solitario, suonato con estrema bravura, hanno accompagnato la Santa Messa officiata da un nipote di Peppino. Di poi due nipoti hanno declamato una sua lirica, la poetessa Anna Santo Sgrò ha voluto dedicargli dei versi sentiti e struggenti, ed infine Antonio Infante ha pronunciato parole sentite e commoventi chiedendo alla fine un applauso per l’ultimo saluto all’amico poeta Giuseppe Volpe che lasciava la chiesa. Tra i presenti il consigliere comunale avvocato Mario Pesca, l’artista pittore Gerardo Prota, la pittrice Dina Tamasco, la signora Dora Capaldo, presidente del locale Centro Sociale Polivalente, che spesso lo aveva ospitato come poeta, il giornalista Lorenzo Barone, il professore Antonio Iorio, il cavaliere Nicola Iannicelli e tanti altri amici. Addio Peppino. Gli amici ti ricorderanno sempre con stima e tanto affetto. Sei stato un degno figlio di questa nobile ed ospitale terra cilentana che tanto hai amato.
Catello Nastro
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