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“Don’t be afraid” - Una conversione

di cristina bizzarri
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Pubblicato il 30/04/2012 13:04:28


Il minuscolo Fokker mi spaventa anche se è di una compagnia olandese -
e degli olandesi ti puoi fidare, sta’ sicuro. Ho paura di cadere, di morire,
e morendo scomparire chissà dove, in un clic dove più nessuno ti ricorda
e invece ci sei stato.

Ma c’è un bambino dietro di me fondo, in un portenfant tenuto
da una madre giovane, olandese e sorridente. Buon segno.
Ma il sollievo dura poco, anche se guardando fissa lo Stewart
che fa l’offertorio in piccoli bicchieri e piattini stuzzicanti
mi dico: se quest’angelo vola mattina e sera, sei tu forse migliore
per non credere al nuovo Icaro perfetto che ti solleva da terra
e ti permette di restare in cielo con ali più sicure ? Inoltre
quel bambino biondo dovrebbe schiantarsi solo perché
tu lo temi? Aho’ brutta narcisista datti un po’ una regolata!
Così ponderando passa il tempo e leggo o meglio mi nascondo
tra le pagine in inglese che anche per lo scarto della traduzione
mi tengono la mente un po’impegnata. Non guardo neanche fuori.

E scorrono le nuvole come schiere che non sanno dove riposare.

Niente da fare, ritorna l’orrore di precipitare e nello spavento
mi sento buffa con la faccia seria che sembra di persona intenta
alla lettura e invece muoio quasi dal terrore e dal senso di oppressione
per esser qui rinchiusa in un sacello angusto e sbircio gli altri
che forse come me fanno solo finta di credere alle sublimi leggi
dell’aerodinamica , sapendo invece che gli aerei qualche volta cadono.
Che fare? Sudo e il cuore batte come una gazzella in fuga, non resisto
e temo il panico: che fare, dove andare? Certo non posso scendere.

Si addensano le nubi sopra e sotto e in mezzo resta solo il mio sgomento.

Mi aggrappo allora a un’ultima speranza: il Libro. Prego così:
“Dammi un segno Tu che Sei Ineffabile e sei dentro e fuori mentre mi dibatto
dentro questo maledetto aereo ( scusa so che non è maledetto). Ho paura.
Senti adesso io aprirò il libro a caso e guarderò in fondo a destra, anzi no,
la terz’ultima riga, sempre però a destra. Sarà un messaggio da Te, dal Cosmo,
da tutto l’Universo che con me c’entra di sicuro perché sono qui e con me trema
anche una Tua minuscola particella, anche se sei oltre ogni particella ma comunque
io la vivo così. Ok? Adesso vado”. Così ho aperto il libro tutta sudata e tremante:
TLAC!
Guardo in fondo a destra e conto - facile, solo tre righe dal fondo - e leggo:
“Don’t be afraid!”. Non ci credo, eppure è lì, verifico quante volte è scritto,
magari tutto il testo è un “don’t be afraid!”. Invece no, è solo lì. Piango di sollievo,
di vergogna per quello che sta accadendo. Sono felice, mai stata più leggera,
adesso anche se l’aereo andasse verso il basso mi saprei sicura. Risalirebbe.

Le nuvole umide e leggere dipingono acquarelli nel cielo ormai sereno.

E tutto quello che ho letto, studiato, temuto, pensato, amato, si condensa
nell’umile inviato, il Fokker olandese che mi ha fatta sentire così smarrita
e poi mi ha salvata per intercessione del libro, a pag. … terz’ultima riga in fondo a destra.
Da quel momento so che la vita a volte è buffa e, a volte, ti sorride con un Fokker.

Le nuvole si addenseranno ancora e non sapranno dove andare. E ancora ti smarrirai.


Nota:

Il libro è: “ The Road Less Traveled” di Peck M. Scott
“ Our growth as human beings is being assisted by a force other than our conscious will”. Sicuramente anche la sua crescita è stata accompagnata e assistita da questa forza. Anche nel suo errare visto che, nonostante enfatizzasse le virtù di una vita disciplinata, la sua vita sentimentale fosse alquanto turbolenta…





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