Certi che poi si ritroveranno
in una dimensione senza gravità
o perché semplicemente non lo
sanno, sono sereni, benedetti
dai nuovi modelli di utilitarie.
Si guardano il palmo della mano
e scavano più profonda di una trincea
la linea della vita e poi l’allungano
col più affilato degli inganni.
Funzionano bene i reni e forti
come mai le reni e le mogli devote
incinte di una giocata a caratura.
Anche quest’anno a Pasqua
faranno a gara per sgozzare
l’agnello, ma le parti saranno
cambiate sul più bello, dopo
una disputa che avrà del sacro.
Le anziane puliranno il sangue
i giovani lo berranno ma i più
esperti, con voci impastate
dal vino, lo giudicheranno.
L’espiazione anticipata del capro
farà felice il capo, e il prete, alla
fine del pranzo, biascicando
“Si iniquitates observaveris,
Domine, Domine quis substinebit?”
rutterà senza avanzo.
Ma noi preghiamo per l’adolescente
chiuso a chiave nella sua stanza, per
la sua Pasqua senza sangue, l’adolescente
che mastica foglie di oleandro, e taglia
la corda agli impiccati e con un temperino
cava i proiettili dal cuore dei fucilati.
Preghiamo per lui che ha il palmo della
mano senza una sola linea perché lo zodiaco
volle essere reticente sul suo conto, e recluse
il ricamo raffinato del suo destino nella forra
[d’un buco nero.
Preghiamo per pregare, come ama la pietà,
non per ottenere, ma perché non offuscato
dai venti siderali un canto si levi a lenirgli
[una parte dei mali.
E vedano i suoi occhi prima della maturità
la pena che per se stessa piange la vergine
[cieca della Verità.
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“Si iniquitates observaveris, Domine, Domine
quis substinebit? Salmo 130 (129) De profundis
“Se consideri le colpe, Signore, Signore
chi potrà sussistere?”
(riproposta)
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