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Antonio Spagnuolo

Argomento: Intervista

Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 13/02/2009 23:23:32



DOMANDA. Come si presenterebbe a persone che non la conoscono? Chi è Antonio Spagnuolo?

RISPOSTA. – Una domanda, questa, che prevede diverse possibilità. Definire un personaggio è cosa delicata e difficile, specialmente quando si parla di se stessi. Sono – se me lo si permette – un poeta a tutto tondo. Nasco poeta, ho vissuto come poeta, mi sento poeta, anche se come formazione professionale sono un medico che ha dedicato tutta la sua vita all’arte medica, sia per ascoltare con pazienza e devozione il dolore del malato sia per prodigarmi nella perfezione di diagnosi e terapie. Allora mi piace dire che io ho vissuto intensamente due vite parallele, realizzando in tutte e due conquiste che mi hanno ampiamente soddisfatto.


DOMANDA. Lei ha pubblicato quasi una ventina di raccolte poetiche dal 1953 in poi. Ultimamente abbiamo letto, e recensito su larecherche.it, il suo romanzo “Un sogno nel bagaglio”, Manni Editori (2006) e la raccolta di racconti “La mia amica Morel e altri racconti”, Kairós Edizioni (2008). Poi ha scritto qualcosa per il teatro, eccetera. Perché ha iniziato a scrivere? Che cosa l’ha spinta inizialmente? E’ stata una necessità? E cosa la muove ancora a scrivere?

RISPOSTA. Molto difficile ricordare e puntualizzare il perché ed il come io abbia iniziato a scrivere “poesia”. Posso soltanto riferire che la poesia è nata nel mio intimo sin dalla giovanissima età, forse già a quattordici-quindici anni quando i versi sgorgavano spontanei per allegria o per fatui innamoramenti. Posso confermare allora che lo scrivere è stata una necessità che mi ha punzecchiato sempre. Così ancora oggi non posso fare a meno di ubbidire ad un atto istintivo che nasce dal “pensiero” per tramutarsi in “versi”.


DOMANDA. Poesia. Chi sono i suoi maestri nella scrittura? Che cosa caratterizza la sua scrittura poetica rispetto ai poeti suoi contemporanei? Quali sono il filo conduttore e l’aria ispiratrice che fin dai primi versi l’accompagnano?

RISPOSTA. Ho letto tanti libri che non riesco a distinguere più quale potrebbe essere stato un autore preciso ad incidere sulla mia “formazione” di scrittore. Chi mi affascinò, più di cinquanta anni orsono, fu Gabriele D’Annunzio, con la sua meravigliosa esplosione di “parole”, con la sua stimolante “eleganza”, con la sua singolare “cultura”.
La mia ricerca è sempre stata a trecentosessanta gradi per cui ho assimilato e digerito pagine e pagine di poesia, giungendo ad una mia personale espressione che è – a detta della critica ufficiale – ben distinguibile ed facilmente individuabile.
Un filo conduttore per quasi tutti i miei volumi di poesia possiamo ritrovarlo nella ricerca appassionata e imperitura dell’Eros. Un Eros che non sia semplice erotismo, o facile sensualità, bensì sublimazione dell’amore per una continua esorcizzazione di Thanatos.


DOMANDA. Bàrberi Squarotti di lei dice: “Per l'originalità di un discorso che è narrativo e meditativo, visionario e puntualmente descrittivo, con perfetta armonia di toni e misure. Hai inventato una forma assolutamente nuova, di fascinoso splendore”. Che cosa intende Squarotti dicendo “Hai inventato una forma assolutamente nuova, di fascinoso splendore”?

RISPOSTA. Il simpatico ed affettuoso Squarotti credo si riferisse alla mia capacità di sorprendere il lettore con le metafore, scritte in maniera fulminante e pregne di significati multipli. Così che il verso risulti semplicemente colorato e contemporaneamente saturo di una certa cultura.


DOMANDA. Quale è la relazione tra poesia e narrativa nelle sue opere? Che cosa la porta a scrivere in poesia invece che in prosa o viceversa?

RISPOSTA. Anche qui devo far riferimento alla critica, la quale ha puntualizzato con attenzione e con intelligenza una verità fondamentale, che io stesso non saprei dire se è un bene o un male per la mia pagina. E’ stato detto che anche nelle mie pagine di prosa si riscontra continuamente un influsso poetico molto determinante.


DOMANDA. Mi pare che l’ultima raccolta di poesia che ha pubblicato sia stata nel 2004, “Per lembi”; poi due opere in prosa. C’è forse, nella sua vita di scrittore, una svolta verso la prosa?

RISPOSTA. Per la precisione l’ultima raccolta di poesie è “Fugacità del tempo”, con prefazione del caro Gilberto Finzi, (Lietocolle editore 2007). Non c’è una svolta nella mia opera di scrittore verso la prosa, anche perché in precedenza io ho già dato alle stampe “Monica e altre” (racconti 1980) e “Una pausa di sghembo” (romanzo 1994).


DOMANDA. Quali sono le sue letture preferite? C’è un autore che reputa il suo preferito?

RISPOSTA. In tanti anni di vita ho letto decine di migliaia di pagine per cui i ricordi si fondono e si confondono, e la lettura è stata assorbita come un succulento nettare che si è piacevolmente depositato nelle mie meningi. In linea di massima preferisco la “saggistica”, la “filosofia”, la “psicoanalisi”, intervallata da qualche romanzo di autore italiano o straniero. L’ultimo straniero che ho incontrato è David Grossman con il suo volumone “A un cerbiatto somiglia il mio amore”, che non mi assolutamente detto nulla di positivo e mi ha piuttosto annoiato, mentre contemporaneamente Claudio Magris con il suo “Alfabeti” mi ha stimolato molto.


DOMANDA. Come avviene il processo di scrittura?

RISPOSTA. Molto semplice. Per la poesia particolarmente. Un verso , una frase, un fulmine di parole si affaccia nel pensiero, ed ecco la necessità di correre al computer e scrivere per annotare. Da quel verso, da quella frase piano piano si rincorrono altre immagini o altre percezioni che danno corpo alla pagina.


DOMANDA. Dalla recensione al suo romanzo “Un sogno nel bagaglio”, pubblicata su larecherche.it si legge: “[…] Il linguaggio della narrazione è fortemente poetico ed evocativo ed alterna elementi metaforici con pause più descrittive che insieme creano un tessuto molto elegante in cui gli elementi del quotidiano e quelli onirici o del ricordo sono perfettamente amalgamati […]”. La sua scrittura sembrerebbe essere sospesa nell’incontro tra prosa e poesia, tra realtà e ricordo (o sogno) si ritrova in questo? Di chi è quel sogno nel bagaglio? Il romanzo può essere autobiografico?

RISPOSTA. Come vede si conferma quanto ho detto prima. Prosa e poesia sembrano fondersi nella mia capacità di scrittura, senza che io possa in maniera determinante svicolare verso l’una o l’altra. Il “sogno nel bagaglio” è pura invenzione, anche se alcuni passaggi e alcune intuizioni sono larvatamente auto biografiche. Non si può scrivere una pagina se non si è personalmente colpiti da qualche avvenimento.


DOMANDA. Dalla recensione di Giuliano Brenna alla sua raccolta di racconti “La mia amica Morel e altri racconti”, pubblicata su larecherche.it, si legge: “[…] Spagnuolo, tesse leggiadro, intrecciando colori suoni e profumi tipici della provincia del meridione d’Italia, raccontandoci fatti anche minimi, ma con un modo talmente affascinante da rendere ogni scorcio un piccolo, gustoso, capolavoro.”. Lei sembra aver scelto di intessere i suoi racconti su fatti minimi e su un paesaggio provinciale, a mio avviso una scelta vincente che ricorda un po’ certo Pirandello o certo Verga, quale è il rapporto con questi scrittori? I suoi racconti sono pura invenzione narrativa o si documenta, anche attraverso il ricordo di fatti, persone o paesaggi realmente conosciuti?

RISPOSTA. Pirandello è uno degli autori che ho amato molto nella mia gioventù, più di Verga. Non saprei quanto possa aver influito sulla mia scrittura. Gli ultimi miei racconti sono pura fantasia, arricchita da alcuni “fatti” reali che mi hanno colpito per una loro propria singolarità. E’ molto divertente fondere allora la realtà con l’immaginazione e creare personaggi o luoghi o avventure che si concretizzano parola dopo parola.


DOMANDA. Lei gestisce il sito Poetry Wave-Dream – Aggiornamenti Intorno Alla Poesia Contemporanea – (http://poetrydream.splinder.com ) ci parla del suo progetto?

RISPOSTA. Impegno molto oneroso questo del sito internet e forse molto presuntuoso. Io ho constatato che molta gioventù contemporanea non conosce quasi nulla della “poesia” non solo attuale, ma anche della scorsa stagione. Non conoscono autori come Saba, Ungaretti, Giovanni Raboni, Mario Luzi, Maria Luisa Spaziani, Alda Merini eccetera. Ecco che mi piace proporre allora un vero e proprio “invito alla lettura”, affinché si sappia cosa hanno fatto gli ultimi autori e cosa propongono i nuovi poeti. Nel sito cerco anche di aggiornare con notizie su premi e concorsi, e su riviste di poesia.


DOMANDA. Molte persone si dilettano a scrivere testi di narrativa e poesia e vi sono case editrici che, approfittando del desiderio di molti di vedere stampate le proprie opere, pubblicano qualunque testo dietro compenso. Che cosa ne pensa di questo atteggiamento? Secondo lei è necessario arrivare alla pubblicazione su carta stampata per essere annoverati tra gli scrittori? Lei si occupa della collana di poesia della casa editrice Kairós, quali criteri adotta per la selezione degli autori da pubblicare?

RISPOSTA. Purtroppo dobbiamo constatare che si pubblica indiscriminatamente qualunque testo, senza una vera e propria severità di scelta. Abbiamo allora tre posizioni: la grande editoria che pubblica soltanto autori già storicizzati, o che siano capaci di vendere alla grande come “personaggi della TV”, “giocatori di calcio”, “vedette dello spettacolo”, “prelati”, con libri di nessun valore culturale. Una piccola editoria che riesce a pubblicare volumi di notevole interesse e a volte molto validi. Altra piccola editoria che pubblica ogni cosa purché si paghi.
Io dirigo la collana “Le parole della Sybilla” e scelgo soltanto dei testi che abbiano un valore indiscutibile, ben sapendo però l’editore che la “poesia” non si vende, perché non esiste un vero e proprio pubblico della “poesia” (!).


DOMANDA. Quali sono i suoi progetti futuri in relazione alla scrittura?

RISPOSTA. Non mi piace parlare di progetti futuri alla mia età, perché il tempo scorre inesorabilmente e non sappiamo cosa sarà il domani, sia politicamente che culturalmente parlando. Voglio soltanto dire che giorno dopo giorno mi propongo alla tastiera e scrivo con grande lena e con passione invariata.


DOMANDA. Se vuole aggiungere qualcosa che abbiamo dimenticato di chiederle ci fa piacere…

RISPOSTA. Penso che abbiamo toccato vari punti interessanti.


DOMANDA. Ha qualcosa da dire agli autori che pubblicano i loro testi su larecherche.it? Che cosa pensa della libera letteratura in rete?

RISPOSTA. La libera letteratura in rete potrebbe e dovrebbe essere una grande risorsa di cultura a disposizione di un vasto pubblico che cresce quotidianamente.
Purtroppo anche qui non sempre ci imbattiamo in siti che siano severi nelle scelte e oculati nelle proposte. Ma non esiste un metro che possa rigorosamente incidere sul da farsi.


(Intervista a cura di Roberto Maggiani)

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