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Un senso per certe poesie -versione rivista-

di Emanuele Zeta
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Pubblicato il 08/03/2012 13:40:32

Certe poesie son lunghe e noiose,
altre, noiose, son corte;
alcune, un po' meglio, sorridono,
in altre, un po' meglio, è la morte.
C'è, chiedi forse, un senso per tutte?

Magari son tanti, non certo nessuno,
e sarebbe ben bello trovarne pur uno.
Ce n'è, son sicuro, minimo mezzo
(tre quarti, davvero (davvero), non penso).
Ma tu non resisti, tu vuoi che lo dica,
ben vedo che già ti freghi le dita;
eccotelo allora, il senso, lo dico;
lo dico, pur mezzo, e condiviso alla vita:

se tu guardi il picchio l'albero vola,
il mare sul fondo profuma di viola;
(sbirulì sbirulà trenta novanta una volpe che canta)
ma se non lo mangi finisce la sabbia,
ti cadono gli occhi, ti serra la gabbia.

E' un ostico mezzo
tal senso, lo so; e
se il tuo preferisci
(e se non l'hai mi stupisci),
se a te proprio non piace,
hai letto un poemetto
e vai avanti
in pace.


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