Avevo già avuto modo di leggere e apprezzare le poesie di Francesco Federico e ora, questa raccolta di cento aforismi, che l'autore definisce "appunti ritrovati", mi dà conferma di quanto in lui sia radicato il senso della vita e della poesia. “Il poeta vive in sospensione lirica ed esistenziale, tra il cielo e la terra, alla ricerca della Terra Promessa, di cui ha felice memoria” (n. 49).
Una raccolta traboccante di folgorazioni improvvise e di verità strutturate, di pensieri, frammenti, commenti, ricordi che esplora una molteplice gamma di modelli aforistici. Al centro però c’è sempre l’uomo come entità singolare e relazionale con l’altro, il mondo e il trascendente.
Le sue “Riflessioni sull’esistere” si dividono in tre parti. Nella prima sezione l’autore affronta la tematica del vuoto e del nulla per rimarcare l’esaltazione della vita.Nella seconda l’autore invita ad accogliere in sé tutte le manifestazioni del creato, anche il male e soprattutto a prodigarsi per un’attenzione reciproca. Nella terza sollecita al bene sociale e collettivo con la consapevolezza che "spesso l'io dei politici non si rivolge al noi" (n.27).
I suoi frammenti si fanno eredi del pensiero agostiniano sul bene e il male, sull'opera di Dio e della creazione, ma non mancano, come ho già detto, i riferimenti alla scrittura e alla poesia (ai suoi tanto amati e studiati poeti, come Ungaretti, Quasimodo, Cardarelli, Levi, Scotellaro). E infatti proprio la poesia, la creatività, l’immaginazione, la memoria stessa, sono deputati a ruolo alto nella vita dell’uomo, come antidoti al male e alle meschinità, alle alienazioni e all’ozio, tramiti di salvezza e di verità universali “Esserci con la creatività di cui siamo dotati, contrapponendoci alle nostre alienazioni” (4).
L’argomentazione di queste riflessioni e pensieri rivisitati è sempre e ovunque di denuncia e ricerca di un mondo di bellezza ed armonia, che si completa e trova compimento nella sua poesia e viceversa.
Maria Pina Ciancio
Alcuni frammenti degli "Appunti ritrovati" di Francesco Federico:
17.
Non diteci di uccidere l’uomo, lo avete già inchiodato sulla croce. Già denudato dei suoi diritti universali.
22.
I razzisti del XXI secolo, parlano della povertà e non conoscono i poveri.
28.
La dignità di un uomo o di un popolo valgono di più della sua omertà.
40.
Scrivo in autobus o sul treno, soprattutto la notte, poi si placa la voglia di raccontare ciò che percepisco dal battito cardiaco del mondo.
43.
Tutti amano la poesia, ma pochissimi vivono da poeta.
Francesco Federico, Riflessioni sull'esistere, a cura dell'Associazione Cuturale LucaniArt, gennaio 2015
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Maria Pina Ciancio, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.