Pubblicato il 03/12/2011 08:32:22
1: È già notte e la pallida luce del sole si fonde alla corteccia scura e spessa degli alberi che da qui si possono soltanto percepire. Allora rapido lo sguardo se ne va per conto suo in cerca di altri punti luminosi, di altri spazi dove afferrarsi, dove perdersi. In cerca di altre costellazioni, ben oltre il morbido candore della luna.
2:
Occorrono anni per imbattersi in qualcosa, in qualcuno che possa accogliere le nostre più intime emozioni. Pensieri sfilati al buio viaggiano per sottrarsi all’aria del tempo, ai giorni maldestri e si fanno piccoli quando si surriscaldano nella stanza sigillata a piombo rosso.
– Ma la valle delle stelle c’è, l’ho vista davvero! Per questo poi lo sguardo prosegue in automatico la sua lenta corsa a occhi schiacciati più che chiusi, crocefissi al tempo che scorre in bruni granuli di rosario, come un bagliore incastonato nella notte.
3:
I paesaggi stellari maturano nel silenzio dei millenni e nel futuro dei gialli e dei verdi che risplendono in lontananze tropicali talvolta solo immaginari perché visti a bocca aperta e asciutta spinti ad altezze vertiginose dalle nuvole che scorrono nel vento.
E poi la nebbia e in lontananza l’immenso deserto del nero e dell’azzurro.
4:
La sabbia è soffice velluto che lento scorre sotto i piedi sfonda con i suoi caldi grimaldelli il sordo rumore del giorno dell’universo che tace facendo un baccano infernale. Quel bianco nevoso è un mare con dentro tracce di rosso per questo ora il sangue rapido scorre e sussurra qualcosa che lega le mie mani al tuo sguardo. Si resta indenni sebbene colpiti da una pioggia di meteoriti così scrivi qualcosa per non dimenticare il giorno ma passa la notte e cancella le iniziali di tutte le parole, gli articoli e, infine, ogni stella.
5:
Così, a sorpresa, il vento scolpisce lo sguardo lo semina di fiumi che vanno verso il mare di astri che sorridano alla vita. Di limoni, di oceani e di magma dove seminare.
6:
Ma l’agro del giallo sgrana la compattezza delle tenebre il profumo dilaga nei fianchi del corpo nella bocca e la luce del cielo si sfalda sfiorisce svelta all’aprirsi del giorno. Ora l’orizzonte sembra meno piatto la tensione s’inarca e su di essa passa un gregge di nuvole. E come sempre si ripetono i minimi spostamenti dei pianeti.
Non più avvolti nella nebbia lontani ma vicini nel fiato del tempo, dei giorni.
(silloge inedita)
vedi sito http://www.filidaquilone.it/num020brandolini.html
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