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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Riflessioni di uno scrittore con le scarpe rotte30

di Stefano Saccinto
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Pubblicato il 08/12/2011 01:39:35

Ultimo esperimento per internet. Io ero nato solo per sperimentare. L'inesistenza di uno stile. La vacuità di un tema. Le illusorie alchimie del verbo. E storie dalla contorsione inverosimile.
PUBBLICARE UN ROMANZO ONLINE.
Parte prima.
Scegliere il testo più diretto tra tutti quelli che hai scritto. (Stronzata per stronzata, chissà perché, io scelsi Schizzando nel vento. Era il più semplice da correggere.)
Alleggerire la pesantezza del testo eliminando tutte le cazzate che non servono e incantano gli occhi del lettore portandolo a pensare ad altro.
Modificare i titoli dei capitoli invogliando il lettore a cliccare sul nome del tuo post. Una volta dentro è fregato: o legge o si dilegua immediatamente.
Testare i titoli dei capitoli su vari siti cercando di comprendere la migliore combinazione di lettere per catturare più lettori possibile.
Pompare un po' il volume delle letture sui siti dove è possibile.
Magari inserire un commento ingannatore con qualche saluto o dedica a qualche inesistente commentatore di vecchie pubblicazioni.
O anche vero.
Pubblicare un capitolo per volta.
Attendere.
Analisi: di tutto l'esperimento, il commento ingannatore era quello meno funzionale allo scopo di catturare il lettore. Egli si sentiva escluso se il testo non era dedicato a lui o si imbarazzava quando magari gli veniva dedicato. Era un eccesso di attenzione. Se prima una volta ti aveva commentato, adesso non se lo sognava neanche.
PUBBLICARE UN ROMANZO ONLINE.
Parte seconda.
Inserire da qualche parte una cazzo di trama del testo. Molto leggera. Puntata più sul contenuto diretto che su divagazioni sentimentali o filosofiche sullo stile e roba varia. Se nella trama vi sono forti provocazioni, il lettore la prende a sfida e va a vedere che cosa hai scritto. Attenzione però: il lettore poi parte col pregiudizio.
Sforzarsi a rispondere ad ogni commento aumentandone il numero visibile dalla home. Più commenti ci sono e più uno è tentato di accedere al testo.
Pompare il volume delle visite. Fa sempre bene. Certe volte non ti ricordi di averlo fatto e credi davvero di avere avuto tipo duecentoquarantadue lettori. Aumenta l'autostima.
Attendere.
Analisi 2: dovevo fare un'analisi per forza ad ogni parte dell'esperimento?
Domande: e se non lo leggevano neppure così? Non lo so, questa domanda andava fatta alla fine, altrimenti l'esperimento cosa lo facevo a fare?
PUBBLICARE UN ROMANZO ONLINE.
Parte terza.
Perseverare nel pubblicare i capitoli con ordine (es. una volta a settimana o ogni due giorni, ecc...) senza velocizzare in presenza di forti opinioni positive, né rallentare e demoralizzarsi in assenza di lettori e commenti. I lettori puoi sempre pomparli tu per poi dimenticartene.
Una volta terminata la pubblicazione a capitoli su un sito, raccogliere, dopo circa una settimana, tutte le parti del testo e pubblicarle in un ultimo enorme file con il titolo di TITOLO (versione integrale).
Meglio con commento visibile in home di ringraziamento per l'attenzione.
Allegare al post tutti i commenti ricevuti con riferimento ai vari capitoli. Si ottengono in tal modo due importanti effetti: 1) Il numero di commenti ad opera appena pubblicata è già elevato ed i lettori si incuriosiscono; 2) Si intasa la lista degli ultimi commenti arrivati, molto spesso presente in home page. Questa procedura, va detto, fa molto incazzare tutti gli altri autori del sito. Ma cattura invece gli avventori occasionali nei giorni di presenza del titolo sulla home.
Attendere.
Analisi 3: Schizzando nel vento spaccò in due tutti i siti su cui fu pubblicato. Dopo incerti inizi e incessanti attese di giorni, qualcosa iniziò a muoversi intorno al post. Io non lo so che cosa fosse, so solo che le visite cominciarono ad esserci e non ce le aggiungevo tutte io. Erano frequenti. E man mano che andavo avanti con la pubblicazione, i vecchi capitoli venivano ripresi e forse letti. Era un romanzo vero e proprio con la sua romanzesca lunghezza. Le parti erano di circa cinque o sei pagine A4.
Mi prefissai di continuare a pubblicarlo anche se non ci fosse stato nessun commento, ad oltranza. E di non commentare nessuno per il momento. Potevo spingerlo a sentirsi obbligato a ricambiare. Il test doveva essere alquanto scientifico. Era l'ultima reale possibilità che mi stavo dando. Dopo questa io e internet ci saremmo visti solo per i siti porno.
Tre o quattro capitoli più tardi cominciai a capire che il tutto non mi bastava. Non avevo pazienza. Non ce la facevo proprio. Cominciai a rallentare le pubblicazioni. Ripresi a deprimermi. Decisi di abbandonare l'esperimento. A salvare il tutto venne una ragazza che scoprii essere mia coetanea. O meglio, il suo commento. Aveva letto la spregiudicata trama sul blog e aveva pensato di punirmi leggendo il primo capitolo del testo e smascherando la scarsezza di qualità. Ma la sua temerarietà si infranse contro lo splendore delle pagine elettroniche che le brillarono dinanzi agli occhi e prese a commentare ogni capitolo successivo, chiedendomi di continuare a pubblicarlo. Nel frattempo su tutti gli altri siti su cui era stato diffuso, il primo capitolo aveva ricevuto diversi commenti. Tutti riportavano la stessa lamentela. Troppo lungo per un monitor. Magari, avendolo su carta, sarebbe stato un buon testo.
- Già. Già - pensai - Diteglielo voi agli editori che non avevano voluto starmi a sentire. Diteglielo voi a Ladisa e alla Baldini&Calstoldi che in questi dieci anni chissà che cazzo hanno pubblicato di così eccezionale.
Una piccola breccia si era aperta. Grazie a questa mia coetanea che neppure conoscevo e che faceva lo sforzo immane di sorbirsi quel gran malloppo praticamente ogni due giorni. All'ottavo capitolo smise di commentarlo. Ma ve lo giuro, mi aveva letteralmente, per la prima volta, fatto sognare per più di una settimana. Era la persona estranea che per più tempo aveva seguito il testo. Io continuai a pubblicarlo. Le visite furono sempre di meno, anche se i capitoli precedenti venivano comunque ripresi. Persino il primo. Per la prima volta mi parve di avere un pubblico. Che forse non mi ammirava. Ma almeno seguiva quello che facevo. Il mio lavoro non era inutile.
Arrivai al penultimo capitolo e un'altra piccola magia internettiana avvenne. Trovai un commento dopo dieci o undici pubblicazioni in cui nessuno aveva pensato di postare neppure un saluto o un mavaffanculo. Il commento era di un ragazzo che aveva frequentato il liceo in cui Schizzando nel vento era ambientato. Mi disse di averlo trovato per caso e di averlo letto tutto d'un colpo. Per lui era un bel libro. Diceva che aveva una capacità molto forte di rievocare il periodo d'oro degli anni novanta. Era lo scopo del testo.
Dopo una settimana pubblicai il tutto in versione integrale con allegati i commenti della coetanea e del ragazzo della mia scuola. La pagina fu visitata da 1200 persone nei due giorni di permanenza in home. Sugli altri siti c'erano capitoli seguiti anche da quattrocento lettori. Commenti zero. O quasi. A me andava bene lo stesso. Avere la pallida speranza che qualcuno stesse leggendo il libro non mi faceva sentire più solo. Come spesso mi era capitato in tutti quegli anni.
Alla fine su neteditor il testo raggiunse le 1424 visite con una contraffazione di sole 30 da parte mia. Diciamo che tenni l'indice al posto suo per vedere meglio cosa succedeva. Alcuni che scesero in paese per le festività natalizie mi fermarono per strada per complimentarsi. Per dirmi che avevano letto il testo. Che era un buon testo. Schivai la notorietà pensando che dopotutto avrei comunque rifiutato l'invito al Maurizio Costanzo Show e non mi sarei presentato a ricevere le lauree ad onorem. E anche il Nobel, no? Ma la mia leggenda letteraria si era ormai compiuta. Perché Schizzando nel vento, mi guardai attorno, l'avevo scritto io. Non c'erano dubbi.

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