Volgere il capo a improvvisa luce
che tempo mai vissuto circonfonde.
Ricordi i piedi attenti che la marea
da altri passi non violata inargentava?
"Fino al casello?" , e la voce dietro al vento.
Era l'eterno giugno, primizia
di vacanze senza domani ancora,
rideva il balcone in fondo alla salita
come la candida crema profumata
che mani vive porgevano nel palmo.
Voci sparite nel sequestro della nebbia -
capovolti i suoni in grida e rabbia
e spalancati letti d'ospedale. Taci
mentre si sgranano altri alberi
nel viale, dove prima il gesto della mano
ironizzava alto sulla commozione -
felice anche dell'eventuale assenza
purché saputa salva dal dolore.
Perfetto lo scarto, prima l'arrivo
dopo il riconoscimento. Sorridevi
nell'improvvisa luce circonfusa -
volgendo il capo, improvvisamente.
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