La mattina dopo sotto un cielo
d'azzurro puro un cespuglio
di rose rosse sorrentine
mi spinsero a raccoglierne qualcuna: un gesto
che alleviava la mia mente.
Mi diressi verso Pompei con le rose,
il fermaglio e il quadernetto,
tormentato da mille pensieri e
da una gelosia presente sotto
i più svariati vestimenti. Il sole
quel giorno era impegnato
in una prestazione fuor dell'ordinario
sempre più implacabile... guardavo
le antiche fontane lungo la strada
l'uso continuo che gli assetati di allora
ne avevano fatto per sporgersi
sulla bocchetta di quell'acqua,
ora scomparsa, appoggiavano una mano
sul bordo marmoreo e così
come fanno le gocce che scavano la roccia
questo aveva un po' alla volta
prodotto un'incurvatura sul punto
d'appoggio... Anche la mano
di Gradiva s'era forse appoggiata
su quella minuscola incavatura...
[ Poesia tratta da Bertgang. Fantasia onirica, di Luigi Fontanella, Moretti e Vitali ]