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di Franca Alaimo
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Pubblicato il 23/01/2012 19:03:03

Prima di leggere  mia madre m’insegnò le filastrocche

Della sua memoria infantile

Che mettevano insieme parrucca e imbacucca nelle rime

E qualche volta, se stentavo a dormire, 

A bassa voce le ripetevo a me sola ,

Addossata alla spalliera del letto, la finestra spalancata

Sulle pietre annerite del muro dell’orto,

Quando di notte cantava l’usignolo

Ed io cercavo di capire  la sua idea del buio

Come un colore attraversato dalla musica:

Un punto di vista assolutamente fantasioso,

Una  smania di grazia sulla desolazione. 

Era così incantevole che di lui ci fosse solo la voce: 

Nota dopo nota contro l’angoscia del non vedere più nulla.

Il giorno dopo si appoggiava al ramo dell’albicocco

E tra le fronde il piumaggio rosso del suo petto era la certezza

Che ogni notte il vuoto della morte era traghettato

Verso la vita dai versi di una veglia musicale

*


[ Traduzione in tedesco a cura di Stefanie Golisch ]


Bevor ich lesen konnte


Bevor ich lesen konnte, lehrte mich meine Mutter die Kinderreime,

An die sie sich aus ihrer eigenen Kindheit erinnerte.

Da reimte sich Pferd auf Schwert

Und manchmal beim Einschlafen sprach ich sie bei geöffnetem Fenster,

Ans Gitter des Bettes gedrückt, leise vor mich hin.

Auf den schwärzlichen Steinen der Gartenmauer,

Wenn nachts die Nachtigall sang

Und ich versuchte, die Idee der Dunkelheit zu begreifen

Als eine Farbe, die von Musik durchquert wird:

Ein absolut phantastischer Gesichtspunkt

Ein Anhauch von Gnade über der Trostlosigkeit

Zauber der reinen Stimme:

Note um Note gegen die Angst, nichts mehr zu sehen.

Am nächsten Tag setzte er sich auf einen Zweig des Aprikosenbaums

Und unterm Laub war seine rote Brust die Gewissheit

Dass nächtens die Leere des Todes von Versen

bewacht wurde und von Musik


*

[ Traduzione in spagnolo a cura della poetessa cubana Juana Rosa Pita ]

Antes de leer

Antes de leer mi madre me enseñó las cantinelas

De su memoria infantil

Que  juntaba peluca y acurruca en las rimas

Y a veces si tenía el sueño difícil, 

En voz baja para mí sola las repetía,

Pegada a la cabecera de la cama, la ventana de par en par

Sobre las piedras ennegrecidas de la pared del huerto,

Cuando de noche cantaba el ruiseñor

Y yo trataba de entender su idea de lo oscuro

Como un color atravesado por la música:

Un punto de vista absolutamente fantasioso,

Una  manía de gracia en la desolación. 

Era tan encantador que de él solo fuese la voz: 

Nota tras nota contra la angustia de no ver más nada.

Al día siguiente se apoyaba a la rama del albaricoque

Y entre las frondas el plumaje rojo de su pecho era la certeza

De que cada noche el vacío de la muerte era transportado

hacia la vida en alas de una velada musical.


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