Pubblicato il 15/05/2008
NONNI!!!
La civiltà di un popolo si misura dal rispetto verso gli anziani
“A puntella” è il nipote maschio quando porta lo stesso nome e cognome del nonno. Naturalmente se si tratta di una femminuccia deve portare il nome della nonna. Io sono stato molto fortunato perché ho due bellissimi nipotini, anche se un poco rompiscatole ( come il nonno). Il maschio si chiama Catello Nastro, come me, la femminuccia Rosanna, come la nonna. La prima nipotina ha quasi sei anni, il maschietto solo due anni e mezzo. Il sabato e la domenica, ma anche negli altri giorni della settimana sono “reperibile”, quando lo consentono i miei “altissimi” impegni culturali, per accompagnare i nipotini all’asilo, a ginnastica, ai giardini pubblici, a fare una passeggiata sul porto, a fare il giro del paese, eccetera. Naturalmente questo rappresenta per me una grande gioia, anche perché, quando abitavo a Torino, i miei figli li ho visti poco ed ho passato poco tempo con loro perché dovevo provvedere al sostentamento della famiglia e cercare di arrotondare lo stipendio di professore che, senza dubbio alcuno, non permetteva di condurre una vita decente di…docente. Quando tornavo dalla scuola, un’ora dopo il pranzo, lavoravo in una casa editrice ad un libro d’arte che ha rappresentato, per me, il trampolino di lancio nel mondo dell’arte non solo piemontese, ma addirittura internazionale. Nel 1973, infatti, ho pubblicato il “DIZIONARIO INTERNAZIONALE ARTISTI COMNTEMPORANEI”. Un volume d’arte di circa due chilogrammi che mi ha fatto conoscere nell’ambiente artistico nazionale ed anche (modestia a parte) internazionale. Per fare tutto questo lavoro, e quegli altri che si sono susseguiti nel corso degli anni, ho trascurato di passare il tempo libero coi miei figli: Carmine ed Alfonso che ora fanno gli antiquari ad Agropoli. Sono cresciuti in fretta. Il primo è il papà dei miei nipotini, il secondo è quello che oggi definiscono un “bamboccione”. Un giovane che ha oltrepassato il terzo del secolo, ma che non ha preso ancora la saggia ( o insana) decisione di convolare a giuste nozze. Forse perché, ai giorni nostri, la reperibilità di certe cose (capisce a mme’!) è diventata cosa semplice e normale. Una specie di offerta speciale dei supermercati, insomma!!! Oggi, la nonna dei miei nipotini, cioè mia moglie, e la mamma dei miei nipotini, cioè la moglie di mio figlio, cioè mia nuora, hanno deciso di fare delle pulizie nel giardino. Nonno e nipoti, quindi, fuori dai piedi! Vecchia Fiat Punto; destinazione: parco pubblico di via Taverne ad Agropoli, naturalmente. Il sabato pomeriggio il giardino è affollato di bambini e di nonni e nonne. I bambini sull’altalena, sugli scivoli o sul dondolo, i nonni, inesorabilmente, sulle panchine. Sulla mia panchina è già “parcheggiato” un nonno. Faceva il cuoco…abbiamo parlato per un’ora intera di cucina e di gastronomia. I nipotini sono sempre a vista d’occhio, dopo il tentato rapimento nel napoletano di una bambina lasciata per un attimo sola a casa. Il terrore ha colpito i genitori, ma ha addirittura terrorizzato i nonni. “ Nonno, voglio andare sul dondolò, ma è già occupato. Nonno voglio l’acqua frizzante. Nonno voglio le patatine. Nonno quella bambina mi ha guardato storto!!!” Ed il nonno, in estemporanea, deve trovare tutte le risposte. E nel mentre il nonno viene intervistato dai nipotini ed interpellato su argomenti di interessi internazionali, mi si avvicina un bambino, della stessa età del mio nipotino omonimo, mi guarda ed esclama: “Nonno!!!”. La mamma si scusa per l’affermazione del figlioletto. “Lo scusi. Non ha il nonno!!!” Ricordo ancora, a distanza di poche ore, lo sguardo affettuoso di quel bambino, che mi ha fissato negli occhi e mi ha chiamato nonno. Mi sono commosso che a stento ho trattenuto le lagrime. In tutta la mia vita, anche quando mi sono laureato, anche quando mi sono sposato, anche quando mi hanno nominato cavaliere al merito della Repubblica Italiana, anche quando ho ricevuto, il 20 giugno del 1982, le congratulazioni, nella mia scuola, del Ministro della Pubblica Istruzione, per la mia attività di insegnate, anche quando ho stretto la mano, nella Sala Nervi a Roma, a Sua Santità Giovanni Paolo II°, non mi sono sentito importante. Un bambino che mi aveva visto per la prima volta ai giardini pubblici, mi aveva chiamato nonno. Mi sono sentito importante. Quasi non fossi solo il nonno dei miei nipotini, ma dei nipotini di tutto il mondo. Amateli i nonni!!! Essi rappresentano il passato, ma anche la speranza per il futuro. Una giornata di sole che sta per tramontare, ma anche una alba radiosa per quelli che vengono dopo di lui. Un mondo fatto di guerre e di violenza, ma anche una speranza di fratellanza e di pace. Una strada che finisce, ma anche una strada che sta per incominciare. Con una navigatore satellitare che spesso si chiama “nonno!”. Amateli i nonni. Essi hanno bisogno dell’amore e dell’affetto dei bambini!!!.
Catello Nastro
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