Pubblicato il 24/09/2011 07:24:38
Una sera come tante, e nuovamente noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro settimo piano, dopo i soliti urli i bambini si sono addormentati, e dorme anche il cucciolo i cui escrementi un'altra volta nello studio abbiamo trovati. Lo batti col giornale, i suoi guaiti commenti.
Una sera come tante, e i miei proponimenti intatti, in apparenza, come anni or sono, anzi più chiari, più concreti: scrivere versi cristiani in cui si mostri che mi distrusse ragazzo l'educazione dei preti; due ore almeno ogni giomo per me; basta con la bontà, qualche volta mentire.
Una sera come tante (quante ne resta a morire di sere come questa?) e non tentato da nulla, dico dal sonno, dalla voglia di bere, o dall’angoscia futile che mi prendeva alle spalle, né dalle mie impiegatizie frustrazioni: mi ridomando, vorrei sapere, se un giorno sarò meno stanco, se illusioni
siano le antiche speranze della salvezza; o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente la sorte di ogni altro, non volgare letteratura ma vita che si piega al suo vertice, senza né più virtù né giovinezza. Potremo avere domani una vita più semplice? Ha un fine il nostro subire il presente?
Ma che si viva o si muoia é indifferente, se private persone senza storia siamo, lettori di giornali, spettatori televisivi, utenti di servizi: dovremmo essere in molti, sbagliare in molti, in compagnia di molti sommare i nostri vizi, non questa grigia innocenza che inermi ci tiene
qui, dove il male è facile e inarrivabile il bene. E' nostalgia di futuro che mi estenua, ma poi d’un sorriso si appaga o di un come-se-fosse! Da quanti anni non vedo un fiume in piena? Da quanto in questa viltà ci assicura la nostra disciplina senza percosse? Da quanto ha nome bontà la paura?
Una sera come tante, ed é la mia vecchia impostura che dice: domani, domani... pur sapendo che il nostro domani era già ieri da sempre. La verità chiedeva assai piu semplici tempre. Ride il tranquillo despota che lo sa: mi calcola fra i suoi lungo la strada che scendo. C’é piu onore in tradire che in esser fedeli a metà.
(tratta da http://ellisse.altervista.org/index.php?/archives/534-Giovanni-Giudici-se-ne-e-andato,-non-ci-resta-che-leggerlo.html)
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Loredana Savelli, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|