Pubblicato il 13/09/2011 21:31:42
“Sono ancora qui, ma vi prego, credetemi, è stata l’argilla, a rendermi così dolente e fragile, nient’altro che la terra dove sono nato”
Chi crede di avere una stanza, una sicura dimora, una stabile residenza, non vede su quale carro di nomadi e carovana, in che scia di presenze, in quale flusso, in quale leggero e rapido transito scorre
*
a Bernard Simeone
Niente va altrove di questa vita finita, e non c’è la fine - mentre noi per sempre illusi di rinviarla o trattenere qualcosa o superarla - come dei frutti la polpa matura si avvia a disfarsi e a staccarsi e anche le foglie seccano e cadono ma se lasciate a sé niente muore
(tratta da Cesare Viviani, Poesie 1967- 2002 , Oscar Mondadori, Milano 2003 )
dal sito http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2008/05/21/cesare-viviani/
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