Pubblicato il 01/09/2011 09:11:03
Specie casta del geoide. Giallognolo verdastro e lunghe piogge, chissà perché non ti avevo riconosciuto prima, sasso roccia raggiera d'angoli cristalli odiati a scuola.
Mi sei apparso nell'ombra del bosco, dall'umidità affioravi come una schiena d'animale morto. Ti eri frantumato senza sangue o linfa senza dolore né morte o vita. Inerzia peso: l'opposto del divino. Ti ho accarezzato per la prima volta sede dei torrenti d'estate asciutti e vani.
Ti accarezzavo. Le acque non ti avevano ancora levigato e mi parevi buono benché sappia della tua insensibilità. Da te ha proceduto la vita e fai le due dimore degli uomini. Mi sostenti hai sprizzato la scintilla.
Anche il fuoco non t'intacca ma il vento ma l'acqua ti rodono, la vegetazione ti ricopre come una tomba. Sosti in silenzio. Di te so che sei l'impalcatura del mondo. So che sei la memoria del mondo, graffita.
(tratta dal sito http://ellisse.altervista.org/index.php?/archives/545-Pier-Luigi-Bacchini-Poesie.html)
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