Pubblicato il 31/08/2011 08:06:23
è come se andarsene non fosse che questo, questo restare, e fare ancora un gesto (è come se dirlo fosse soltanto vero, e non più vero, ancora, del non dirlo)
e poi quello che manca mancherà e ciò che è è ciò che ormai è stato (e parlane, mio amore, dinne ancora, fa che sia vero ancora)
(penso ad un giorno, pensando ancora a chiudermi gli occhi, finché c’è luce, a premere ancora, sulla tempia, il nervo che pulsa)
(pensa che vuoi pensare, fino a quel buio, fino alla luce, infine, che scompare)
*
cosa frammischia – cenere (sempre cenere) e vento (sempre, da sempre) se non il vuoto, Lucrezio, il vuoto - lì possiamo costruire, c’è spazio, per fare un’orma e fare un segno di passaggio (noi siamo, passeggeri, come argini, muschi sulla sponda del fossato, chiocciole ciottoli lucertole e questo è molto, a farsene una ragione, è molto tempo, e spazio, molta necessità)
(dal sito http://www.lietocolle.info/it/giuliano_mesa_1957_2011.html)
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