Ancora una volta il solito oscuro
mestiere abusando della carta…
Può accadere che la verità ti prenda la mano
e in conclusione centri il cestino.
Un’altra cosa inutile.
Ma l’acqua spadaccina si difende come può
coi mulinelli e diverse profondità, gorghi effimeri
ma micidiali mentre il suo tempo inviolato la trascina
allo stile severo del mare.
L’ampio scenario rigurgita
(anche qui gorghi) ed è mattina con tutto l’armamentario
barocco e lo shopping che con noi fanno tre ore divine
per chi sa fermarsi e chiedere l’ora del pianeta in ombra.
L’occhio clicca sull’es-temporaneo che durerà nell’angolo
in alto della camera da letto senza vista, allineato ma senza
segnatura di posizione con le altre immortali opere della mattina
giacché la notte non scrive ma è descritta alla luce del 18° Arcano
in quel caso romantico despota e più notabile degli altri ventuno,
frazioni federate di un più modesto giorno metafisico.
Fu in una come
questa che su una scialuppa blumarine da impiegati in mare aperto me
e mio padre rifletté il dorso pindarico di un delfino che ci sembrò antico
e me prese un desiderio di baciargli la pancia al di sopra dell’ombelico.
Chi ha fatto questo conosce il sale e il modo di nascondervi un mare.
“La vita ordinata delle api…”
ti verrebbe voglia di iniziare per confutare un pedissequo iniquo stato
della molteplicità con un livore inaudito che stigmatizzi definitivamente
la perversione che ha trasformato in una idea la legge selvatica, talvolta
(quando la neutralizzi con punte avvelenate di aggettivi squalificativi)
perfino tollerabile.
“Ma la luce pallida che torna…”
come avesti a scrivere negli anni che vedesti danzare il sole intorno
a Nostra Signora dei Lordi cancella tutto, usa come è a calcinare dopo
aver dipinto, dopo averti spinto a prendere qualcosa che sinteticamente
ti dilati ancora di più le pupille.
“…la luce pallida che torna…”
ha domicilio (di nuovo ma, come si è dimostrato, anche in precedenza)
dove le porte erano aperte e prima con ombre credute lettere aveva scritto
per te, per la fiducia in una creduta memorabile mattina: FITTASI.
Chi ha fatto questo conosce la sabbia e il modo di farne un deserto.
(2001)
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