Pubblicato il 14/07/2011 22:27:53
Il passo dell’inverno
“So che per te speranza / è non volerne, speranza” P.P. Pasolini, La Guinea
Finiamo il tè, prima che si raffreddi, e poi incominciamo a radunare le bestie che si sono sparse attorno. Domani sposteremo il campo a valle, ci prepariamo per un altro inverno. Ci alziamo presto, sul fare del giorno, per sistemare bene basti e tregge, fare la conta dei bambini e andare, uomini e bestie, ognuno la sua soma. In tre giorni percorriamo il cammino fino al campo invernale e lì, precisi, dalla città ci arrivano i mercanti, per barattare quello che ci serve in cambio di pellicce e oggetti d’osso. A me non piace questa gente strana, dai modi bruschi e le grida sguaiate, ma capita ogni volta che un ragazzo se ne va via con loro e non ritorna. Sono giovani, e sono i più stanchi, e per due soldi si vendono il cuore. Ma il denaro non vale ciò che compra, e a cosa serve una città, mi chiedo, se non può mettersi col viso al sole quando la neve si scioglie in aprile e seguire il vento, il fiume e l’erba nuova? Parole, queste, che restano in bocca mentre i ragazzi vanno, e la speranza si fa colore dell’acqua nell’acqua, del muschio all’ombra delle piante morte. Così aspettiamo, soffrendo in silenzio, mentre a folate come urli di cane lo spirito del nord danza tra i fuochi. E’ il passo silenzioso dell’inverno. Vorrei non fosse mai altro che inverno.
Estate 2011
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