Su tutto il territorio, conosciuto ancora con il nome: “Il Paese delle Due Terre” (La Valle e il Delta), il Neter-Wa, (Dio-Uno), che si manifestava attraverso l’astro solare, assumeva nomi diversi, nei diversi centri, ma era fatto della stessa sostanza ed esprimeva lo stesso
concetto.
Non a caso, il concetto del Divino si identificava nel Sole o nel Fiume: i due elementi fonte di Vita. E, non a caso, in Egitto non fu mai presente un Dio dei Fulmini (Zeus di Greci e Romani) oppure delle Tempeste Marine (Enlil dei Babilonesi). Questo perché la Religione, sempre associata alla Magia, aveva uno scopo utilitaristico più che trascendentale.
La Triade Egizia (o Trinità), era costituita non da:
Padre – Figlio – Spirito Santo
come quella cristiana (che, peraltro, verrà assai dopo) ma da:
Padre – Madre – Figlio
Una Sacra Famiglia!
Era raffigurata con un triangolo isoscele capovolto, con al centro un Occhio Sacro (quello di Atum: Dio_Creatore). I due vertici superiori rappresentavano il Padre e la Madre e quello inferiore, invece, il Figlio.
Tutti i centri e le città più importanti dell’epoca avevano la propria Triade, che cambiava solo di nome, come dicevo prima, ma non di sostanza.
Le Triade erano diverse ed io ne cito solo alcune, le più conosciute:
A Memfi c’era quella composta da:
Ptha – Sekmet e il figlio Nefertum
Ad Abidos troviamo:
Osiride – Iside e il figlio Horo
A Tebe, invece, c’erano:
Ammon – Mut e il figlio Konsu
Ed a Dendera:
Hathor – Horo e il figlio Iny
La mitologia egizia assegna ad ognuna di queste Triade vicende in cui si ravvisano vicissitudini umane di quei luoghi di culto, ma anche eventi naturali.
Un esempio: il Diluvio Universale, che incontriamo associato alla Triade di Memfi oppure il mito del sacrificio divino: Il Dio morto e risorto, ossia il mito di Osiride, ecc…