Pubblicato il 22/05/2011 17:30:43
Morbo di Alzheimer
Mai nella vita, neanche da ragazzo, nemmeno per un giorno ho navigato lungo le coste dalmate. Piuttosto, a dire il vero, e dirlo fino in fondo, io non ho mai navigato, e basta; sempre in ritardo le mie gambe corte, sempre annebbiato il mio pensiero in gola, e i miei occhi, così bassi e pesanti quando finita messa si trattava di dire qualche cosa alle ragazze. Divenni ciò che scartavano gli altri: e fui lavoro e groppa di sudore, e vivo callo tra geloni e arsura ignaro di isolotti e mare aperto, fui l’ombra storpia della mia bellezza che mai nessuno specchio rimandava. E adesso mi riassorbo nel silenzio di questa stanza quieta, dove nulla soffia a svuotare la clessidra, nulla cancella il mio profilo col suo fiato. E’ un tempo buono, liscio e senza strappi, il foglio bianco sempre da iniziare, il guscio che non schiude alcuna perla; questa è la fine, ma non è la Luce, è finalmente la mia luce e mi basta.
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