Pubblicato il 21/08/2008 19:03:00
Questa raccolta di aforismi di Filippo Rolla, di soltanto 32 pagine, ha carisma. Leggendolo si ha la sensazione di buttarsi a capofitto giù per un poggio di erba fresca, scivolando si arriva in fondo d’un tratto, ci si emoziona, si ha un sussulto di leggerezza, ma finisce subito e allora si ritorna in alto e ci si rilancia, così è questo librino che si rilegge volentieri più volte. In fondo alla breve raccolta si trova, nel piego della terza di copertina, “Il manifesto della Poesia Fotografica”, dove è riportato: “La poesia fotografica nasce forse dalla volontà di render visibile e leggibile sul foglio bianco i flussi di coscienza ascoltati e percepiti dall’io…”. Un interessante punto di vista sulla poesia e sul suo legame con la fotografia, due forme d’arte che, in un certo senso, a parte la differente “strumentazione”, hanno lo stesso fine “…è il gesto istantaneo che desidera sollevare l’emozione soggettiva e trasformarla in un sentimento senza confini…”.
“Ossa / stanche / nel diluvio / dell’esistenza.”, versi brevissimi che sono lampi di poesia fine, levigata, somiglianti, per rimanere in tema, a scatti fotografici, che in frazioni di secondo rubano un mondo, lo impressionano per sempre; nelle poesie di Rolla le parole, fulminee, fotografano un contesto, una sensazione, una percezione dell’anima, ma, in un certo senso, le poesie/fotografie sono sfuocate e si mettono a fuoco soltanto nella sensibilità del lettore attento che stampa le immagini sulla carta sensibile della propria anima alla luce della propria visione del mondo: “parole / àfone / di… / discorsi / silenziosi.”
E’ pubblicato da una piccola casa editrice a cui è legata una ancora più piccola libreria chiamata “Libri Nascosti”, si trova a Ronchi di Massa-Carrara e vive di piccola editoria, una impresa non facile in un mondo editoriale commercialmente travolgente. In bocca al lupo.
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