Pubblicato il 14/12/2009 12:00:00
Labile specchio schermo di paura su cui campeggia il vuoto. Imprime alla freccia il moto e glissa a lato la mano timorosa. E il mondo incappa nella rete tolto alla nebbia colto e richiamato nei tratti del gesso che si incide, gratta, striscia, stride: mostro di scrittura. Così, dal buio fermo, la lastra polverosa fissa su dal fondo il bordo della cosa.
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