Tanto di te in rete hai seminato
anche a Fabiolo cosa hai raccontato?
Le tue schifezze con la scorza e polpa
“Se t’ecciti - scrivevi - è tua la colpa”.
E intanto stuzzicavi col linguaggio
era il sistema tuo per l’abbordaggio
salvo poi dire ch’eri verginella
ma a volte senza buco è la ciambella.
Ti sei aperta senza alcun pudore
nelle solite storie di squallore
che ti piaceva usare tutti i buchi
e guardar copular anche gli eunuchi.
Che spasso a pubblicare certi scritti
che tu nell’olio hai fritto e rifritti?
Ed ogni tanto rimesto nel secchiello
e trovo tutta roba da bordello.
Che uomo sciocco che un dì son stato
e come un burattino tu m’hai usato
Ed ho creduto a quando con vigore
dell’amor mi parlavi e del Signore.
Ma quando un giorno poi ti sei stancata
hai ripetuto la tua sceneggiata
al meccanico ed anche al carrettiere
al vecchio decadente e al cameriere.
L’elenco è lungo, ma la gente parla
e ci si stanca infine d’ascoltarla.
Spesso ripeton cose che già sai
ma tutti sanno quel che sei e che fai.
Infine trovi un povero imbecille
ed anche a lui accarezzi le tonsille
e gli racconti certe tue avventure
ma sempre son le solite fritture
che poi in portali immondi hai pubblicato
col maschio resistente ben dotato
che accompagnava certe esibizioni
che offrivi senza tante esitazioni.
Ora di tanto affetto cosa resta?
Sudici stracci e un po’ di cartapesta.
Di tutto quello che chiamavi amore
una schifosa montagna di squallore.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 11.1.2021 – 06:24)
La foto è presa dal portale: https://mabastainsoma.blogspot.com/2020/07/cechov-e-le-donne-nei-cechov-si-propone.html
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