Una donna e un uomo, autunno inoltrato. Di fronte una scogliera, dietro una baita.
"Dunque" dice la donna "è sicuro, va bene? Io posso pagarla a lavoro ultimato."
L'uomo annuisce. Taglia il sigaro frugando nelle tasche, lei ha già la fiamma pronta.
"Sta bene" risponde lui.
Nota il profilo della donna, aguzzo, svelato a tratti dalla spuma delle onde sui frangiflutti.
"Ha controllato? Sa, questo non è proprio un affare, nessuna speculazione in vista"
"Sta bene" ripete l'uomo troncando il discorso "non sono un imprenditore."
Le appoggia una mano sulla spalla.
Pensa che è magra e più giovane di quanto avesse calcolato.
Lei storce la mascella in un ghigno metà sorriso ma non si ritrae.
"Bene" dice lei, mano già in borsa "non resta che firmare",
Di colpo, sospesa fra gli scogli e la tempesta la donna volta il viso verso l’uomo "prima, però, è necessario che mi assicuri qualcosa. Io non voglio in alcun modo che…"
"Senta" la interrompe "sta bene per quello che mi chiede di fare. Gli extra non rientrano nel contratto."
Girata ancora verso di lui, la donna sorride: fronte liscia e fossette profonde ai lati della bocca.
"Sono sicura che quello che le chiedo rientri nel contratto."
"Insomma, cosa vuole?"
"Mi sono informata, sa, del resto abbiamo..."
"Certo, abbiamo forse delle conoscenze in comune" l'uomo contrae le mascelle e in un fiato "non mi sembra il momento di parlarne."
"No di sicuro, mi scusi."
"Non serve scusarsi, per favore, mi dica cosa vuole, senza equivoci."
"Naturalmente, senza equivoci."
"Dunque?"
"Guardi, è molto semplice. Io voglio che lei lo faccia in un momento in cui" esita. L'uomo attende.
"Io voglio che lei mi sorprenda, sì: mi sorprenda in un attimo di perfezione. Insomma, quando mi troverà bella davvero."
"Avrebbe, per caso” a occhi bassi “avrebbe ancora da accendere?"
"Sì, sì, tenga, ma ha capito cosa intendo? E non mi guardi così, so bene di essere bella o di sembrarle bella. Intendo in ordine. Sa, con il rossetto, lo smalto, i capelli in piega, un vestito adatto e..."
"Adatto a cosa? Senta, anche io mi sono informato e sembrava che lei, insomma che non avesse particolari..."
"No certo, non ne ho. Se è questo che la preoccupa. Io non voglio che sembri un suicidio né tantomeno un'esecuzione e meno ancora quello che è. Voglio solo essere consegnata in ordine!"
"Sta bene” l’uomo è indaffarato con il sigaro. Lei attende. “Ma: consegnata a chi?" trattiene un fremito.
"Alla morte, naturalmente."
L'uomo aspira lunghe boccate. Le donne non le aveva mai capite e non gli piaceva in modo particolare svolgere il suo lavoro se si trattava di donne, Questo, tuttavia, era un caso diverso.
"Senta" riprese lei stringendosi contro la spalla dell'uomo "immagino che lei creda di avere una certa etica, o morale? Non ricordo mai la differenza, ma sa che le dico? Non dovrebbe averne in questo caso e non mi guardi come se fossi una strega!"
"E lei che ne sa?"
"Di streghe o di etica?!" e scoppia a ridere alzandosi in piedi.
L'uomo sente freddo nel punto preciso da cui lei si è staccata. In piedi, sugli scogli e con la spuma contro, sembrava sempre più magra, sempre più giovane.
Una bambina - pensò - non posso farlo.
"E chi glielo dice?" sussurra lei.
"Prego?"
"Ho più anni di quanti lei creda o voglia vedere. In più posso pagarla, conta questo nel suo mestiere giusto?”
“Sì, giusto.”
“E ho voglia di fare l'amore."
L'uomo aveva la stessa voglia da subito ma non avrebbe lasciato che questo interferisse. Mai, né l'amore né l'amicizia avevano interferito con il suo lavoro, mai avrebbe interferito l'ultimo capriccio di una ragazzina borderline: lui era un professionista e certe questioni le lasciava fuori.
"Lei mi piace e se proprio non vuole accontentarmi almeno avrebbe qualcosa?”
“Che intende?”
“Qualcosa come ultimo desiderio…"
Ecco, questa era una richiesta ragionevole. A questo ci era abituato, soprattutto quando si trattava di ricchi viziati con il cervello mangiato da anni di abusi di sostanze, farmaci e noia. Non si era mai chiesto perché scegliessero questo piuttosto alla disintossicazione e non aveva mai bevuto la storia che dopo un po’ il cervello non lo recuperi più. Lo recuperi eccome, conosceva almeno tre persone perfettamente reintegrate, un po’ noiose, forse, ma vive.
“Allora? Almeno un viaggetto finale me lo offre?”
"Sì certo. È compreso nel contratto" e l’uomo tirò fuori dalla sua valigetta, un laccio omeostatico, bustine, ampolle etichettate, siringhe, pillole, imitazioni quasi perfette di pipe da oppio, cucchiaini, lamette, un foglio imbevuto di LSD grande come una bicicletta e un paio di bottiglie.
"No" rise "non intendevo quello "prendo volentieri un po' di whiskey, il resto non mi interessa. Magari mi piacerebbe accendere un falò, fare un bagno, quelle cose che non ho mai fatto quando ero impegnata a fare le altre"
"Altre? Quali?"
"Quelle che ha tirato fuori dalla valigetta"
"E allora, cosa vorrebbe?"
"Gliel'ho detto: fare un bagno, accendere un falò"
"Un bagno, a questa temperatura?
"Un bagno, sì, a questa temperatura, quindi? Ha paura di cosa, che io muoia? Certo, sì, la capisco. Mi dia il contratto e la mia penna, firmo, mi prendo ogni responsabilità" ride a testa indietro e con aria marziale.
"Le assicuro che se anche dovessi morire congelata e non per sua mano, avrà quanto stabilito. Sta bene?"
"Sta bene" risponde l'uomo di getto "ma no, no che non sta bene!"
"Perché?"
"Io sono un professionista."
"Questo l'ho capito, altrimenti..."
"Altrimenti cosa?"
"Niente di importante, davvero. Capisco che lei non accetti un compenso per un lavoro incompiuto, però."
"Infatti."
"Allora, beva un po' con me e tolga di mezzo tutta quella roba, ci si potrebbe fare male" e si stringe ancora a lui.
"Mi presterebbe una manica del suo cappotto? E non mi guardi così, ho freddo, mi abbracci, mi lasci infilare un braccio nella manica del suo cappotto o forse non posso?"
L'uomo sfila la pistola dalla fondina e la manica fa spazio alla donna, nota che è quasi nuda e scalza. È più bianca della scogliera e ha i capelli nero-blu come il cielo, sembra una versione artica di qualche antico camaleonte.
"Mancano le stelle" fa lei.
"Come?"
"Sì, con tutto questo bianco e nero e blu in tempesta, non si vedono le stelle. Peccato. “Comunque là, guardi, proprio là" l'uomo segue la linea sottile dell'indice.
"Esatto, là: si vede sempre la Cintura di Orione in questo periodo!"
"Non vedo niente."
"Certo, si avvicini, ancora."
La donna gli pianta la lingua in bocca e afferra la mano.
Le cosce sono ghiacciate, ma dentro è calda e viva, troppo viva.
Lui fa per ritrarsi ma le dita sono intrappolate
"Senta, mi faccia almeno fare il mio lavoro con pulizia."
"Cosa intende?" dice lei montandogli sopra.
"Intendo che…"
"Cosa?"
"Avrebbe una sua fotografia di quando si sente bella Per me è difficile altrimenti accontentarla."
"Dovresti pensare meno adesso, io sono sempre bella, lo hai detto tu."
"Non mi pare, pero…"
"Pero?"
"Però, magari questa volta potrei lasciare. Non hai ancora firmato niente e io in fondo…"
"Il fondo è molto lontano da qui. E non credo tu possa sistemarmi i capelli, lo smalto, il rossetto e chissà che vestito mi metteresti addosso, Ho cambiato idea!"
"Bene! va bene"
Va bene si ripeteva l'uomo spingendo. Si sentiva sempre più vecchio e la donna sembrava sempre più una ragazza.
"Continua" insisteva "continua, non ho cambiato quella idea, ho solo deciso che va bene anche così, tutta scomposta, ma scomponimi, se ci riesci, Fammi venire!"
L'uomo spingeva, le mani ferite sotto le ginocchia della ragazza.
"Perché stai così attento a non farmi male?"
"Me lo hai chiesto tu?"
"Quando?"
"Prima. Hai detto che volevi essere consegnata in ordine alla..."
"Era un modo di dire"
"Io, ecco, non volevo ti restassero cicatrici inutili"
"Pensa a scopare, alle mie cicatrici ci ho sempre pensato io!"
La marea era scesa, la Luna al tramonto. L'uomo aveva perso il giro del tempo e i tratti della donna sopra di lui svanivano e si svelano con la risacca, allo stesso ritmo.
Un gemito più forte degli altri lo scuote.
"Dammi la penna, Dai, dammi la penna, voglio firmare e voglio che tu lo faccia ora?"
"Ora?"
"Sì ora, ora, ma dammi la mia penna, dai, adesso, voglio che tu lo faccia ora, finché sono funesta e non mi interessano lo smalto, il rossetto, i vestiti, il futuro! Fallo"
L'uomo cerca il contratto, è illeggibile, Bene - pensa - una scusa per non adempiere.
"Dammi la mia penna e fallo"
"Eccola!"
Un grido rompe la risacca. La donna si inarca lenta sugli scogli, coperta a metà dal cappotto dell'uomo. Il seno e il profilo aguzzo spiccano bianchi come la Luna.
"Perché lo hai fatto?" chiede lui, paralizzato. La lama della stilografica conficcata nell'occhio destro, il riflesso delle gambe a compasso della donna fisse nel sinistro e gocciolanti.
Lei sfiora il rivolo di sangue e se lo porta alle labbra.
"Vita! Questa è vita, in mancanza del rossetto!"
"Perché lo hai fatto?"
"Non lo sai?"
"No"
"Davvero?"
"No, davvero"
"Semplice, l'ho fatto perché lei non è un professionista. Inoltre è un mercenario e un assassino."
La donna si allontana, fruga tra gli scogli, estrae un involucro e lo dispiega al vento.
L'uomo, immobilizzato, percepisce la sua figura bianca rivestirsi di nero. Le parole della donna gli arrivano sfumate dall'eco dell'alba.
"Sì, sì certo, ne ho trovato un altro"
Chi? Cosa? L'uomo vorrebbe gridare ma la paralisi glielo impedisce.
"Non dovresti avere paura. Non tu, non adesso" gli sussurra lei da lontano. Senza parlare.
Come è possibile? - si chiede - come fai?
"Capirai!" risponde la donna prima di svanire.
Rumori di eliche, un ronzio e grovigli di voci e suoni. Una scala scende dal mezzo sospeso
"Svelta!" grida qualcuno dall'interno "prima che la marea si alzi"
Lei si aggrappa e subito la scala si ritrae.
L'uomo vede la scogliera sotto di sé sgretolarsi, il cottage confuso fra le onde.
"Era solo un ologramma" dice lei "non preoccuparti, non avresti guadagnato niente comunque, e avresti dovuto controllare meglio".
Il mezzo si alza rapido, la scogliera è una bolla di schiuma fra le onde.
L'uomo fa per chiamarla ma le parole non escono, Le palpebre si abbassano.
Non temere, non temere - sono le ultime parole che ricorda.
"Sì, ne abbiamo trovato un altro, non sembrava capire. Sì, è vivo ma avrete molto da fare"
Cosa? Cosa dovrete farmi? - avrebbe voluto gridare l'uomo - e chi? Perché?
Ma la voce non usciva.
Lei era sparita.
La sua mano stringeva ancora il suo ultimo contratto mai firmato. Illeggibile.
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