Il livello elementare della mia coscienza di base
mi preclude recinzioni estemporanee
o accurate ricostruzioni di massima
conclusione questa, che occupa lo spazio
dal momento in cui il pensiero giunge ad altro, da altro, ab atomo,
che sia ancora il mio ego o un apice o un dirupo,
nel quaternario inoltrato, si conduce,
sotto le mentite spoglie di una spoglia ragione,
a voler essere e capire la materia circostante,
un'intera successione di vani tentativi
sub iudice Ponzio Pilati.
Ma il prelievo, a volte, di sostanza, prevede una ferita
ecco la ragione per cui tutto il resto è vita, il motivo
di analisi logiche sporadiche.
L'energia che ci pervade non ci persuase di esser madreterna
e il tempo della fine apparecchiò la nostra tavola
di un'innocenza solo più affamata. Quando penso.
Questa è vita: la tua fica depilata, il mio cazzoletuemani
o la rugiada dissetante sulle foglie primordiali?
Si scuce la piastrina dell'amore dalla folgore del sangue
e la voglia di scopare diventa un tiepido ricordo di pisciate
e farsela addosso, mentre si sogna, nelle mutande, spalancate.
Capisci uomo che granaglia? Di cosa sei fatto veramente?
Grossolana poi s'avventa la paura di star soli.
Preso atto che non voli, provi salti giugulari
trovando ostacoli in cravatte e cravattari, falsi preti mugugnanti
dagli altari desolati di tanta falange armata.
Per restare un poco solo, solo con te stesso,
come un fesso volgi lo sguardo al cielo.
Una presa di possesso, questa, le stelle e la luna negli occhi,
per gli occhi disarmati da fotoniche avvisaglie,
ad assumere per vere, ipotesi di tempo errante.
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