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Arriva l’Idraulico

di cristina bizzarri
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Pubblicato il 04/09/2013 21:37:44

Arriva l’idraulico

 

 

 

… oggi arriva puntuale me lo sento forza allora su ai sanitari

col  prodotto più cremoso quello al limone e alla candeggina

ecco sì fatto ma per i bisogni che faccio aspetto che sia andato via

meglio no così resta tutto impeccabile come se non ci fosse ancora entrato

nessuno però almeno un po’ di crema sulla faccia me la spalmo mamma mia

come sono cambiata l’ultima volta che era venuto mi aveva guardata

e subito sorriso fin dall’ingresso così si fa con le giovani signore

sarà meglio che io tenga un atteggiamento serio e assorto non si sa mai

gli idraulici vanno per le case e poi parlano riferiscono ai colleghi agli amici

magari la sera al bar e poi io sono quasi anziana anzi anziana senza quasi

ma non ci voglio pensare mi mantengo faccio yoga e chissà chissà domani

qualcosa di nuovo accadrà ma non avranno schifo del water ma no che dico

le donne ci tengono a far trovare tutto lindo e pulito e poi si sa quanti soldi

guadagnano questi qui all’ora  in fondo come le prostitute ma le prostitute

fanno più fatica gente che entra e esce dal loro corpo invece qui si tratta

di aggiustare tubi al massimo appunto il water può avere qualche macchiolina

magari mentre lavora vado in cucina e gli offro un caffè sì è una buona idea

e poi non credere chissà che non conosca Freud e magari scriva anche poesie

per non impazzire e finga un atteggiamento allegro mentre invece no

non è esattamente così                                    mi sento uno straccio stamattina

 


e ho voglia di scappare  lontano ma non so neanche io dove  mi sento

come un tubo stretto dentro a un muro come un vecchio tubo intasato

che fischia stridulo e la notte sembra che qualcuno pianga e si lamenti

come una canna scossa dal vento e lo senti da lontano e non sai dove

e giro per le stanze e non mi sembra di essere viva una morta viva

ma di chi è la colpa se non ho saputo vivere non certo di lui o di loro

o del padre che mi aveva unta figlia prediletta figlia d’amore strano

padre mio solitaria sfinge mi faceva pena il suo sentirsi solo quando

accarezzava innamorato pagine di libri ovunque accatastati

fin dentro il mobile della cucina e come sfiorava muto le pagine

che nessuno gli chiedeva mai di raccontare muto come quando

accarezzava le madonne di Raffaello sulle pagine patinate

come ostie non ancora consacrate e muto sì muto come quando

mi sfiorava appena nel salutarmi la mattina con le dita sottili

che avevano disegnato volti estatici a matita come vivi

e io morivo sotto le lenzuola cadavere irrigidito di ansia di paura

e di tradito amore non capivo di essere l’ombra dell’ombra

del suo desiderare padre ambigua sfinge padre mai davvero padre

eppure sacra io a lui eppure io immagine d’immagine di un dio

che deve espiare mai davvero figlia ma ombra di un’ombra

che riflette ancora il gioco degli specchi in infinita  prospettiva

 


sì mi aspetta una prospettiva infinita di caffè con la mia voce

incrinata che non sa gridare andrò al lavoro con il sorriso teso

dei narcisisti ma loro non lo sanno che narciso è un povero cristo

e ogni sorriso ha il peso immenso di un ferro  strofinato

sulla piaga che non si è mai rimarginata

dovevo  urlare bestemmiare ballare scopare fino a svenire

e poi sputare vomitare per sentirmi finalmente  svuotata di tutto

sì perché questo è anche celebrare sì è anche celebrare

e poi sarei entrata in una chiesa mi sarei buttata su un banco vuoto

come uno straccio gonfio d’acqua e avrei pianto tutto il mio dolore

davanti a una croce di legno scorticato e con il corpo l’avrei abbracciata

 

ma sono rimasta immobile uno scoglio dove batte inutilmente il vento

 

quando verrà l’idraulico non dovrò dirgli dell’acqua solo dei tubi

e forse quando tornerà a casa penserà che gentile quella signora

 

 

Buongiorno l’aspettavo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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