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Candy Candy

di Adielle
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Pubblicato il 03/08/2015 14:16:47

O dell' innamorato perpetuo

 

Circonvenzione d' incapace da imputare all' amore

con tutti i miei sbagli come ex ex voto suscepto

dammi la forza di non tornare sui miei passi

fosse anche per quell' unica volta

in cui non tocchi coi piedi per terra, non c' attacchi

e resti a vivere di sogni che non s' avverano.

L' altra notte ho sognato di baciarti

ma eri tu nel corpo di un' altra e vi confondevo

così tu capivi che quell' altra comunque mi piaceva

e ti vendicavi andando con un altro che non c' entrava niente e invece

aveva più coraggio di noi tutti messi insieme.

"Quanto dura la mia pena" è una canzone di Maggio

e nell' arena quanti tori si rincorrono?

Perche questo è quello

e quello è questo

sono la stessa cosa

se sei disposta all' indulgenza

e se ti senti presa in giro ricorda, sono solo punti di vista

da come ascolti dipende il grado di coscienza

ma la barista, stasera porta proprio le fiamme

il suo corpo conosce a memoria le leggi della fluidodinamica

si vede da come si appoggia al bancone

e tutti la guardano di nascosto bere d' un sorso un bicchiere d' acqua

fresca come un pensiero d' estate prima di fare un tuffo al mare

e godersi la vita

in modi codificati da milioni di anni

che non portano a nessuna regola che seguita

garantisca la felicità, anche individuale, anche collettiva

quindi una notte di settembre mi svegliai a Torricella

fuori da una casa in mezzo all' erba

che non sapevo come c' ero finito

e tu mi desti un passaggio fino al capodanno successivo

con un treno bene in vista e la funzione domattina

rimandata al mittente tramite messaggio:

tutto in una notte per favore, non facciamo le capanze.

Se potesse durare fino a coprire tutte le distanze

questo pensiero tuo o di te che m' attraversa

sarei in un attimo in quel caffè dietro l' angolo

nello spazio che investi adesso di tua presenza.

Pensa se fossi venuto sotto casa tua

senza sapere a quale campanello suonare

e mi avesse visto tuo fratello 

e avesse pensato -eccone un altro- senza pensare veramente

e io lo avessi capito e automaticamente avessi desistito dall' ingaggio

con tutto che lui ti portava dei fiori e due occhi di diverso colore

pensa ogni volta a un motivo diverso per non chiamare

per non fare l'amore

mostrarsi nudi, farsi accettare.

La pazienza della mia memoria è non ricordarsi le cose

fare spazio all' emozioni in cambio di niente

scroscio di applausi pericolosi per il vertice della piramide.

Un sorso di pace corretto alla menta tutte le mattine

prima di farsi una canna

e dilapidare quel vantaggio dell' inconscio

accumulato nottetempo durante il sonno.

Io non sono come tu mi vuoi

perchè tu non mi vuoi

ma se tu mi volessi

sarei esattemente me stesso

all' ennesima potenza

dando di matto, certo

tornando magro a costo di costruire un universo parallelo a questo

pur di poterci tornare ad esserlo.

A proposito, la carne era guasta e mia madre sa essere una stronza

una cattiva cuoca di compromessi ai ferri corti

stasera faccio primavera costi quel che costi.

Ieri quella al concerto degli Osanna aveva proprio un bel "personalino"

si direbbe alludendo al culo piccolo e sodo

e un viso da intelettuale e un comportamento consono

devi scomparire anche se non ne hai voglia

e contare solo su di te

mio minuto Cosmo mosso di un attimo.

Cercatori d' anime sono a caccia di vene d' oro

il frastuono sotterraneo di un pensiero che viene da lontano

vorrei vivere per sempre per avere tutto il tempo di trovarti

tra le pieghe di questo mio tempo

che confonde gli attimi con frazioni d' infinito

e le tue labbre e le mie labbra che si addicono

baci rubati all' opinione pubblica

uno come me non può ambire a tanto.

E come fare a diventare un altro se non hai la forza per ambire?

Che poi parlerei di predisposizione strutturale

(genetica?) dell' individuo

con una mano ti saluto e con l' altra mi tocco le palle

perchè mi permetto di essere pure scaramantico

rimanendo agnostico.

A quello che conosco pregiudico un lieto fine

a quello che non consco lo lascio libero di agire

così alla fine non ci capisco più un cazzo

ma almeno mi dimentico che devo morire.

Hai capito, mi hai capito almeno un po'

o devo venire più vicino?

Dai su, sei una fica 

veramente vuoi che te lo dica?

E tutto il resto?

Valanghe di parole:

scroscio, cuore, tempesta, tette, lingua, Kamasutra, ridere,

occhi, tuoni, mare, faro, tatuaggio, ape giapponese, terrestre, Abruzzo paranoico, spara, spera, vipera, vespro, vigna, trattore nella, Vinicio Capossela, che cos' è l'amor? Lo chiederei a te per farti uno sfregio.

Ma depongo le armi tra i fiori di campo.

Hai presente le canzoni d' amore?

Secondo te da dove lo prendono il coraggio?

C'è sempre una pelle da percorrere come trama affilata del viaggio

cosparso il capo di cenere posso attraversare lo specchio

e vedere quello che vedi quando sei maggiore di te

e proporzioni al mondo i tuoi passi da gigante

e gli stivali dalle sette leghe non ti sembrano appartenere

ad un gatto parlante nella dimensione delle fiabe

la rabbia torna a casa strisciando tra le righe

e mi perdo un altro pezzo di presente

convinto che non esista la necessità di un buon motivo

per amare qualcuna più di se stesso.

Perchè dove arrivo io, posso arrivare ad indagare l'esistente

attraverso le mie ghiandole

immaginare tutto il resto è un buon motivo per non uscire più di casa

anche se l' estate chiama, è un apparato secondario.

Vado fuori di me e tutto quello che sento sono intermezzi

alla tastiera sono lento

non so quello che dico

perchè spesso lo immagino da un angolo

dove mi sento perduto

chi mi trova se non la persona giusta?

Basta pazientare una vita.

Ah il profumo ferroso dell' erba quando la stiri

solo in curva si sente bene così, fateci caso

abbiamo creduto di esser pronti per la B

crederemo anche a questo

perchè abbiamo coraggio da vendere ai poveri di spirito

e cori da lanciare controvento.

Nell' Iperuranio, portami nell' Iperuranio

a conoscere quel famigerato Dio

che legge i libri di Asimov 

che gioca a scacchi con mio zio

ed è poco più di un bambino

non ha l' età per amarti come Gigliola Cinquetti.

Tutta la vita davanti perchè sta davanti anche la vita di dietro

in un continuum da cartone animato.

Non mi vuoi fare incoppiare perchè ho la motrice fiacca

ma la testata sembra di un altro pianeta per palati barricati

sorrisi soffiati da un' amaca.

Alla Serena Grandi, per chi se la ricorda

in quel film che la vede appesa

che Villaggio ci cade in trappola

mi piace la femmina.

Scusate, vi parlo come fossimo amici

e nemmeno ci conosciamo

o meglio, io non vi conosco

voi, bene o male, un' idea ve la sareta fatta fino a qui

a me fa pensare alla scherma

tutte queste righe che affondano

tutto sta nel fare in modo che dopo un giro

si arrivi al collegamento ma non prima

altrimenti si rischia di non salire un gradino della scala.

Io non lo so se il pensiero genera la materia

ma non c'è un solo modo per scoprirlo

la fantasia non è subalterna a un santo spirito

furore antagonistico.

Mentre non può perdere il lavoro chi non ha mai lavorato in vita sua.

Si raggiunge la meta per asfissia.

Si prende la strada sbagliata per andare via o pur di andare via

si torna comunque?

Alzammo gli occhi al cielo in uno scatto d' orgoglio

che ci fece ridere per quanto c' avevamo creduto

era potuto durare solo un attimo

prima che i nostri occhi s' incontrassero di nuovo

a scoprirci ancora vivi

coi destini dietro l' angolo

alla moda per confonderci

per prenderci in giro dei nostri nobili limiti.

Doglie, fuoco, astratte pertinenze

fughe, riti, affollate genti

non c' è il tempo di morire

quando fuggi dalla luce

il tuo presago dire

è foriero di sventure.

La parola Dio quanto dista dal mio nome

all' ombra di un' esistenza più antica?

Chi ti chiama amore al posto mio?

Così è la vita.

Ah io mi struggo per poco, sono un parassita

dei sentimenti altrui

un' "animanonima" (definizione del mio amico Marco)

dove vuoi che vada per non provare rancore?

I giardini d' inverno del nostro dolore

hanno vecchie recinzioni, arrugginite cromature

passi oltre o cedi il passo all' avvenire?

Di sua sostanza in mia sostanza

solo il tempo m' attraversa

è quieto dire che sua misura

sia a destino dell' Universo

una danza improvvisata

sul greto di un fiume

alla luce pallida di una Luna tuttofare

il resto si produce per induzione

trasgredire per essere normali

vale il peso di una colpa da portare

per sempre, croce vera e vera fonte

ma la sete è tutta uguale?

E la morte ci confonde, versandoci da bere

credendoci distratti dalle rondini nel cielo

con la voglia che  oguna ha di amare ed essere amato.

A questo punto ho bisogno di un sogno

e quel sogno sei tu, tuo malgrado

retorica da Mulino Bianco

(a me piacciono le Gocciole

ma mi sa che sono di un'altra marca).

Che scelta strana non rinunciare

a quell' ultimo raggio di sole

come se tutto il buio successivo dipendesse

da un' attesa senza riguardo

del tempo che scorre più forte

quando lo stringi tra le tue braccia

braci d' argento gli occhi tuoi che guardano

liane che tessono lame forti di vanadio

tra un angolo e l'altro della scatola

una gabbia di cartone che hai colorato

come fosse la tua camera oramai vuota di miracoli

di primati, di sussulti da tavolo.

Che caldo che ho sofferto

un' estate  e mezzo in un bicchiere d' acqua

il sole che sorge e abbaglia tutto in una palpebra

la freddezza di sapere davvero che tutto questo finirà

ma tenerla in un angolo

"per sentirsi forti nel labile"

avere una scusa per guardare oltre

e tu, sogno che mi fai recapitare un messaggio

in cui mi auguri di essere felice

e verifichi che a un telefono che non risponde

non pronunci il tuo nome

che faccia da ponte tra due realtà 

perchè si possano incrociare

scrivere per scrivere o disinintossicarsi l' anima

de li mortanguerrieri?

E' stato solo ieri che il Mondo pretendeva molto

adesso si accontenta di essere dimora della carne

un flusso sadomaso questo

che serve a versare sempre lo stesso sangue

povertà colma di Dio nelle piaghe della pelle

sfrontata leggerezza d' essere lontani dal cielo.

Equatore del mio periplo

dolce vita, mala voglia

metà strada di vertigini

una rissa furibonda

di pensieri disposti a decollare

ma uno solo può attraversare la cruna dell' ago

nè vivere o morire, sempre che sia il limite

se resti uguale è la vera sconfitta

perchè a tentativi si cerca se stessi

più la sorte è incerta

maggiore dovrà essere il contatto con la natura

c' è modo e modo di perdersi

anche se alcuni fanno paura

altri rappresentano mutazioni possibili.

Pensa a sopravvivere

arrangiati ad arte!

Potrebbe essere il mio motto

ma non indulgo in leggerezze normalmente

e non mi sento di fare un' eccezione in questo caso

mi risparmio l' estrema unzione per un colpo di stato.

La mia memoria storica ha partorito una figlia non mia

equazione di un tradimento tardivo

usando i nervi come comodi condotti

dove prima arriva il senso delle cose e poi la loro immagine

per paura che arrivi sedotta da una conferma agile

al fatto che si veda

a patto che sia decodifica di messaggio cifrato

e non funzione estrema, extrema ratio di una lama di cobalto

sezionare lo spazio in funzione del tempo

per avere tanti piccoli memorabili quadri di adesso

tutti coi tuoi occhi e un sorriso da nascondere nel grembo della cornice

all' ultimo verso, prima di un punto qualsiasi.

Il discorso è che non sono felice

e voglio che anche tu non lo sia senza di me

per ragioni di metrica, di retorica

di dividersi la pagnotta

in bilico tra una buona condotta

e una crisi di panico che finisce a ridere.

Sterile il silenzio che non feconda

come nuvole avare di pioggia

a bypassare la corrente che il fiume brama nel suo letto

per non avere freddo fino a che il mare gli rimbocchi le coperte

sapere che l' arrivo sia un punto di partenza

da cui poter raggiungere tutto, quale che siano le distanze

le tue caviglie a mollo nella Senna

per bucare le telecamere.

Voltati, mi riconosci o non sono nessuno?

Scompaio nel buio, galleggio nel vuoto

quanto pago d' affitto?

Gli occhi sul mondo di un pregiudicato

il fiato rotto al mercato dell' usato

la voglia di vivere nonostante i tagli sui polsi

si prodighino in una propaganda contraria delle vene.

La tua America è lontana

nel folto della chioma

dove ho perso le mie dita

per aver provato una carezza con bacio sulla fronte.

In quel momento ero già quello che sono adesso

ed era il momento sbagliato per non essere presente

un futuro perso per sempre

un ricordo che affiora alla mente

che senso ha non chiederlo a me

io sono la vittima

ma chissà se lo sai

forse tu non lo sai

e la vita è geometrica

e non conosco le regole

affido alle parole e le parole al mare i miei sogni di gloria

le mie memorie peripatetiche.

(Messaggio nella bottiglia come un c'era una volta che c'è per sempre).

Mi pulsa la tempia destra

come quando ti vidi la prima volta e non volevo crederti

perchè la frequenza che imponesti

era di dividerti con tutti.

Segregato nel mio cosmo

praticavo l' Alchimia

con l' acuta cura di un apprendista

devoto all' amnistia per lo stupro delle parole

in seconda battuta

in prima, fuori pista, in smagliante forma elettorale.

Regalarsi non è una strana forma di vendesi

abitato da anima in pena, locale a due gambe

con i piedi per terra e la testa tra le nuvole

vista mondo sconosciuto, regno dei primati

fenomeno terrestre di porre confini, limiti alla provvidenza

a forma d' imbuto perchè tutto sia riassunto

in un nulla di fatto, un fermoimmagine di una figura immobile

non più grande di una mela.

Natura morta vecchio stile

per contare le tue primavere

mi basterebbero le stelle del primo cielo

che apparve sulla Terra per intero:

ti vengono le lentiggini sul naso

quando prendi il Sole, per farmi morire

non per altro:

ecco svelato il mistero delle lentiggini sul naso.

Cara ragazza ho voglia di ridere perchè mi hanno appena tamponato

non mi hanno dato la precedenza anzi se la sono presa

dalla fiancata destra della mia auto, lato passeggero

il profilo migliore di sicuro.

La bellezza che ci riguarda appare sotto forma di respiri

di sussurri e grida, arcobaleni sfiniti

da languide carezze sulla punta delle dita

in fin di vita, al fin della tenzone

a tensione zero si collude col vibrato

quel rumore di sottofondo che rimane quando spegni tutto

e chiudi gli occhi

ti concentri sull' aria che entra ed esce dai polmoni

e rimani solo

con l' elemento che inspiri

ed espiri. 

Quante volte hai perso il controllo prima di capire

che fosse il caso di mettere da parte

la richiesta scritta col sangue 

di un' indulgenza plenaria?

Io, tu e i tuoi peccati

tre facce della stessa medaglia

coi bordi affilati

per tagliare corto a tradimento

e i miei peccati a prendere il volo

deportati dal vento

ma sempre in ragione delle tue grazie

e io non cerco la bellezza ovunque

solo dove si nasconde

sotto una coperta invisibile 

che l' ammanta per metà.

Come i tuoi occhi che radono al suolo l' orizzonte

ma se mi sorridono aprono feritoie

da cui guardare al Mondo con prospettive nuove:

una famiglia, un lavoro, una razza perfetta

casa al mare, vacanze in montagna

il cane da guardia, la figlia in convento, la quattordicesima

la macchina nuova, il camper, la moto, la barca

le amanti e gli amanti, i giochi di squadra

gli alibi frivoli, fermatemi ad Eboli.

 Se mi volessi bene per me sarebbe tutto diverso

questo almeno puoi capirlo

ti sarà capitato almeno una volta nella vita

di prendere coscienza di dipenderne da un' altra

me lo hai pure detto:

-guarda che io non metto Più la mia vita nelle mani di un altro-.

Ma non mi ricordo se l' ho sognato, te lo giuro

potrei mentirti per eccesso di zelo

come quando ti ho detto che avremmo visto solo una sfera di fuoco

e poi è sorto il Sole nel cielo e siamo andati a fare colazione

da bar Berardo

un euro cappuccino e cornetto vuoto

e poi siamo tornati ognuno a casa  propria a dormire.

Noi non ci saremo eppure ci saremo

con le unghie a graffiare il lenzuolo del cielo

a mordere il cuscino nel tempio segreto

dove scopriremo l'alfabeto delle ginocchia

le preghiere mute delle colonne

e come cadere nella rete.

Sono un uomo di clausura

se cado non resto in piedi.

Vedi, io non ti vedo eppure ti sento

una volta tutto mi parlava di te

adesso solo alcune cose

giulianovano come esorcismi adolescenti seriali

e certi cambi d' umore che conoscono i porti e i fari

che non si abituano al mare

le nostre montagne ricche e avare

e io che mi domandavo come ho fatto a non accorgermene prima di te

ma abbiamo vissuto lo stesso tempo e lo stesso spazio?

O siamo di due diversi regni animali?

Quanto sei bella, a me basterebbe poterti vedere per bene

e subito dopo leccarti come il dorso di certe rane

che emancipano dal vincolo delle dimensioni

in universi paralleli, inventati, appena nati.

La lotta di classe l' hanno vinta i ricchi.

E mi percuoti la mente col tuo potere d' acquisto

piuttosto che disinnescare il mio cuore

ma non sei tu a volerlo

è la forza della mia immaginazione

basta un cappotto che indossi al supermercato quella volta che torni

per farmi credere che ci piacciano gli stessi colori.

E non si capisce se è una storia d' amore non corrisposto

o di ordinaria schizofrenia a senso unico.

La mia malattia è orgogliosa di servirmi 

una lastra di ghiaccio su un piatto d' argento

per scivolare nel ridicolo nonostante il melodramma contemporaneo

di una lacrima d' asfalto sia dietro l' angolo.

Sai quando si ripete molte volte la stessa parola

nello stesso discorso e diventa un intercalare a volte fastidioso?

A volte invece è al servizio del racconto

che torno spesso sui miei passi

per capirci qualcosa di quello che m' è accaduto

non ne posso più di sentirmi così solo

certe volte che non mi drogo

non sono cattivo, è che non ho molto mercato al giorno d' oggi

divulgo rivoluzioni sociali

per pochi danari in pubblica piazza

mezzo Aznavour mezzo Sinatra

nei miei sogni di pirata.

Cercherei un posto migliore per ritrovare un po' di tenerezza

magari una finestra da cui poterti guardare

mentre vivi la vita  a modo tuo

perchè la bellezza è importante per chi l' ha solo sfiorata

se lo chiedo alle mie dita mi indicano Borotalco

sullo scaffale di camera tua. 

"Vivere, non riesco a vivere ma la mente mi autorizza a credere

che una storia mia, positiva o no, è qualcosa che sta dentro alla realtà"

perchè se non fosse così che senso avrebbe esistere

per essere abbandonati come cani in autostrada

sempre in cerca della roba?

Alla prima curva buttarsi sull' astrazione

per spiegarsi la vita con la ricompensa di una meta nel regno dei cieli

o un' inversione di marcia nell' invenzione degli dei

luoghi comuni dell' essere umani

arma bianca a doppio taglio credersi immortali.

La mia deriva ha un lato dolce vista paradiso

di fiscali solo il cappio e il nodo scorsoio

un modo cruento di dondolarsi

per trovare la posizione migliore

in cui tenersi sollevati da terra

alla giusta distanza dal resto.

Per un bagno d' umiltà torno a La Recherche

a leggere di poeti e poetesse

succursali della mia scuola di cucito

vespro in fiore di tutte le parole che non conosco

e vorrei dirti, fidandomi di loro

del loro buon gusto in tema d' amore non corrisposto

scrivere per la malinconia

scrivere è una follia

lo capisce il barbone per strada col tuo biglietto da visita in mano

i suoi ricordi sono vecchi ormai

basta una notte per cancellarli sotto al fiume

barattarli per un po' d' amore

sapere quello che non sai

può diventare un' abitudine

se rinunci a credere di essere al corrente di tutto

lasci che il flusso t' investa

onda energetica che trova la tua frequenza

come l' ago la vena

la rotta maestra dell' eroina.

L' insorgenza del pensiero

che sia la droga a sceglierti e non tu a scegliere il tipo di droga

fa di me un astemio al contrario e fuori moda

nell' attimo stesso in cui lo penso

ma nel resto del tempo perdo memoria

lo confesso allo specchio

ma non mi guardo mai negli occhi

perchè la mia esperienza è ridotta, agli occhi del Mondo

ma dal momento che qui non ci sente nessuno

mi piace l' erba, mi piace il fumo

e sono pure tardivo

perchè approdo a giusta sagra

con l' età della ragione

guidavo già la Uno Trend di mio padre, ricordo

non sorpassava neanche i tram

a tutta callara

a me sembrava un trattore

con lo sterzo sottile

e la vernice bianco-latte.

Non era la mia prima macchina

avevo imparato a guidare su una Tre Cilindri Innocenti

sempre grazie a Alvaro

in uno slargo della zona industriale

una volta ci tornammo dal mare che entravano solo le marce dispari.

Tra le cose che vorrei insegnare a mio figlio

c'è pescare i granchi col retino

ad Alba Adriatica la mattina presto

con l' acqua chiara e trasparente di trent' anni fa

istupidisco, forse mi faccio il verso

ma ricordo con dolcezza quei piccoli gesti di destrezza

a praticare l' arte di una caccia da bambini.

Una volta io e mio cugino Massimiliano

ne prendemmo una cosa come sette chili

non mi ricordo se li vendemmo 

o li rovesciammo in un canotto per fare uno scherzo

o tutte e due le cose o nessuna delle due

e mangiammo granchi per tre giorni cucinati dalla zia in tutti i modi.

Sì, perchè noi al mare ci andavamo tutti insieme

la mia famiglia e quella di mio cugino, suo padre fratello di mia madre

e la nonna materna a impostare, a fare gli onori di casa e di causa.

Una volta usava così ma c' erano anche le possibilità.

Una volta coi miei genitori ogni estate facevamo un viaggio per l' Italia

di una decina di giorni, in macchina, che aveva l' unica regola di avere sempre, come una delle tappe, Venezia.

I miei genitori ci erano stati in viaggio di nozze

mio padre era rimasto particolarmente affezionato.

Ah che città meravigliosa, i polmoni ci si adattano

ti cambia il modo di respirare e la frequenza degli atti.

Gli occhi dove vanno vanno, anche nei contrasti

non c'è rischio che si perdano, tutto li riconduce a bellezza

ogni particolare, anche i gabbiani che masticano i sorci

nel gomitolo di certi parcheggi insanguinati.

Ah gli sprizz più buoni che abbia mai bevuto.

Sono andato a trovare Francesca che studiava lì e c'era già Annalisa

mi vennero a prendere alla stazione  Santa Lucia che nevicava

e allora mi vado a vedere un video di una gita in vaporetto

da piazza San Marco al Ponte di Rialto

col sonore di un mix degli Afterhours per un tuffo nella memoria:

"a salvarmi vieni a salvarmi salvami bacia il colpevole se dice la verità"

e vorrebbe essere seducente ma con le immagini

l' effetto è piuttosto ridicolo, ci si diverte con poco

che poi in realtà nemmeno ci si diverte

ci si rende ridicoli più che altro, per l' appunto

come se ti dicessi che il tuo odore è ossigeno

sniffando l' aria che hai intorno.

Se ne fossi capace ci andrei con te a Venezia

a baciarti in ogni scorciato angolo

provando ovunque una fusione nucleare.

Male che vada ci buttiamo a mare

e aumentiamo la temperatura della laguna di sette gradi

moria di pesci o incremento delle nascite?

Comunque una tragedia per l' intero ecosistema

e poi tu che fai serf sulla mia schiena mentre annaspo

non mi concedi una tregua

quando io ti offro la resa più completa (a parte l' anima radioattiva).

E mi scordo che posso respirare

e posso anche morire se qualcuno non me lo ricorda al più presto

e quel qualcuno non sei mai tu, perchè tutto quello che scrivo

non ha un senso, un briciolo di verità eppure io ci credo

e la cosa mi confonde

ma è garante dell' esistenza di dimensioni parallele, infinite, furibonde?

Guarda non risponde

- so tutte cazzate - dice dopo un po'

il lettore medio, poi aggiunge profetico:

- secondo me è pure frocio -.

Quanta saggezza a poco prezzo

quanto mi piace la mia femmina non so dirtelo

vorrei avere più mezzi, magari scrivere in maiuscolo

W LA FICA con una bomboletta spray

sul muro della provincia per non essere da meno

di certi coatti di periferia.

Ma facciamola finita c' è chi vive la sua vita

e chi blandisce le parole pur di avere una storia da raccontare 

io non sono il tipo, per esempio, che alza le mani

o fa peti a tavola

la mia educazione è tale da non vedere i miracoli

nemmeno quando accadono.

Madonna mia perchè sono così leggero?

Sono fatto di niente 

ho la pancia come zavorra per non volare via 

anche se io avrei preferito il cazzo come un' ancora

per lo stesso motivo.

Approdando al damasco, finalmente

Takeshi Saji diede vita ai suoi capolavori

e tu quante volte lo pieghi questo filo della lama

amore mio, mio amare?

Se penso di leggere in pubblico mi alzo e vado via

prima che si accorgano che io non so di essere io.

Perchè è un affanno continuo sperarsi diversi

perpetrando gli stessi errori.

La canzone della pioggia incisa sulla ringhiera del balcone

risponde venti volte sì e dieci volte no

alla domanda che ho in mente per te

se sei vera e riesci ad esistere altrove

un segreto che covano gli occhi ai margini delle palpebre.

Buone nuove Supernova

hai la coda lunga e raggi di mille colori

dove si aprirono i fori danzano gli atomi su lunghe distanze

in cerca d' acqua dai pozzi che sia potabile.

Un bellissimo ragazzo dai modi gentili viene a chiederti di ballare

ma proprio in quel momento tu:

- no grazie - con voce strozzata.

Ti porti le mani alla pancia, salti dalla sedia

scoreggiando fragorosamente e corri in bagno:

ecco te lo auguro, cacata sotto come fatta di Ayahuasca.

Così t' impari a prendermi per il culo.

Ma che vuoi, sono i sussulti d' orgoglio dell' uomo maturo.

Questo nichilismo di stampo galimbertiano

mi porta ad aver paura del futuro

questa tecnica dannata dove vuoi che vada a rotta di collo?

Se non ad esaudire il desiderio di lei stessa di mangiarsi tutto

in nome dello sviluppo che è quantitativo, come ricordava Pasolini

e non qualitativo; tutti sti cazzo di cellulari e poi al telefono:

ciao che dici? Boh, ci andiamo a fa na tazza? (con selfie stroboscopico).

I progressi dell' inconscio sono di un' altra razza

se t' inchini alla sua ombra, la tua forma è l' assoluto.

Ma forse sì, forse mi piace così

immaginare di te senza averti di torno

per farti a tua immagine e somiglianza attraverso i miei condotti

e coltivare in segreto la speranza di raggiungerti in qualche modo

in qualche modo mi asseconda.

Rivendico il diritto di poter amare a qualsiasi costo in qualsiasi modo

alla cazzo di cane, smarmellando come in Boris

esegesi tattica di un ritorno a casa di cui ho perduto la rotta.

Se galleggia speriamo che la raccolgano le tue mani

se invece cola a picco sarà  stato soltanto un altro gioco della bottiglia.

Chi la veglia fuori onda? Sursum corda, sursum corda!

L' anacronismo di tutto ciò proietta la dimensione

della mia compenente tragica a un passo dal ridicolo

voilà, come perdersi in un bicchier d' acqua

o bere un succo di frutta

ma l'importante è restare vivi anche a bocca asciutta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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