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Pubblicato il 27/11/2011 22:45:03
Seduto alla scrivania, le gambe allungate, si arrese ai pensieri . "Sono tutti una massa di nevrotici, idioti subnormali. Per forza non hanno soldi, non hanno l'intelligenza strutturata per farli." Una vocina sottile spingeva , urlacchiava ."Miserabile relitto della mia coscienza, taci! " Incredibile, stava rispondendosi, a voce alta . La vocina insisteva "Riesci solo a scaricare sulle spalle altrui, di quelli "pazzi", la responsabilitą di essere, tu, una nullitą. Ti autoproclami l'uomo del secolo, il migliore. Diverso dal sistema , eroe. Antagonista irriducibile anche di te stesso. Meglio comportarsi come chi non ha memoria,il tuo slogan. E in effetti sarebbe stato molto meglio non averne . Tu sei prima della moralitą , della sintassi; prima delle nozioni, della coscienza, della maturitą . Sei un contestatore della realtą , abiurando il ricorso alle parole." Un gesto zittito, e l'ultimo rigurgito cosciente a morire con il resto . Sarebbero bastatii gesti,non avrebbe avuto senso comunicare con quei cialtroni .Avrebbero capito i suoi ordini, senza parole. In caso contrario, li avrebbe sostituiti. Il mondo era affollatissimo di braccia decerebrate. Soprusi, si sarebbero chiamati, ma lui era il Profeta della fine.
E mentre i pensieri e le domande si rispondevano per i fatti loro, si addormentņ .Sognando di avere un amplesso con sua sorella, nel letto della madre, i parenti in salotto a sorseggiare un the
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