I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Leggendo una raccolta di poesie di Olindo Guerrini mi sono imbattuto in una somiglianza davvero evidente con una canzone di De Andrè del primo periodo, mi ricordavo la poesia che mio nonno recitava quando ero piccolo che però stavolta ho collegato a “Valzer per un amore”.
Mettendole accanto sono stato sorpreso dal parallelo, vediamole l'una accanto all'altra:
Quando tu sarai vecchia e leggerai Valzer per un amore
1877 - Guerrini 1963 – De Andrè
Quando tu sarai vecchia e leggerai Quando carica d'anni e di castità
Questi poveri versi accanto al fuoco tra i ricordi e le illusioni
Rivedrai colla mente a poco a poco, del bel tempo che non ritornerà,
I giorni in che t'amai. troverai le mie canzoni,
E ti cadrà sul petto il viso smorto, nel sentirle ti meraviglierai
Per la memoria del tuo tempo lieto: che qualcuno abbia lodato
A me ripenserai nel tuo secreto, le bellezze che allor più non avrai
A me che sarò morto. e che avesti nel tempo passato
E ti parrà d'udir la voce mia ma non ti servirà il ricordo,
Nel vento che di fuor suscita il verno, non ti servirà
E ti parrà d'udir come uno scherno, che per piangere il tuo rifiuto
Una bieca ironia. del mio amore che non tornerà.
E la voce dirà: — «Te ne rammenti, Ma non ti servirà più a niente,
Te ne rammenti più? Com'eran belli non ti servirà
tuoi capelli d'oro, i tuoi capelli che per piangere sui tuoi occhi
Sul bianco sen fluenti! che nessuno più canterà.
Oh come il tempo t'ha mutata! Oh come Vola il tempo lo sai che vola e va,
T'ha impresso in viso i suoi deformi segni! forse non ce ne accorgiamo
Dove son dunque i tuoi superbi sdegni/ ma più ancora del tempo che non ha età,
E le tue bionde chiome? siamo noi che ce ne andiamo
Sola al tuo focolar siedi piangendo e per questo ti dico amore, amor
La giovanil tua morta leggiadria: io t'attenderò ogni sera,
Io piango solo nella tomba mia: ma tu vieni non aspettare ancor,
Vieni dunque: t'attendo! vieni adesso finché è primavera.
Si denota con evidenza minimo una ispirazione ma anche qualcosa in più.... molto di più.
Già l'inizio è lo stesso cambiando i versi centrali:
1 (riga) Quando tu sarai vecchia e leggerai 1 Quando carica d'anni e di castità
2 Questi poveri versi accanto al fuoco 4 troverai le mie canzoni,
Il cambio fra la figura del poeta e dell'autore di canzoni ricorda un po' quello che De Andrè farà anni dopo nella trasposizione dell'antologia di Spoon River ne “ Il suonatore Jones” che da suonatore di violino passerà a suonatore di flauto.
Poi andando avanti : 22 La giovanil tua morta leggiadria vale senz'altro 7 le bellezze che allor più non avrai
e, nel finale 24 Vieni dunque: t'attendo! Negli ultimi versi vale 22 io t'attenderò ogni sera,
Altra chicca la ripetizione che in Guerrini è : 9 E ti parrà d'udir la voce mia 11 E ti parrà d'udir come uno scherno,
e che in De Andrè diventa: 9 ma non ti servirà il ricordo, 13 Ma non ti servirà più a niente,
Ed ancora: 17 Oh come il tempo t'ha mutata! E 17 Vola il tempo lo sai che vola e va,
Nella parte centrale poi i capelli vengono sostituiti agli occhi nella 15° riga di uno e l'altro :
i tuoi capelli d'oro, i tuoi capelli di contro che per piangere sui tuoi occhi ancora come nel caso Poesia/canzone si traspone i capelli in luogo degli occhi.
Le due liriche, inoltre, sono composte dallo stesso numero di versi, denotando anche nella durata una ulteriore somiglianza; insomma De Andrè credo abbia trasposto, in altra chiave, più delicata, la poesia del Guerrini senza dirlo.
Si tratta del primo De Andrè, quello goliardico che ben si accosta ai temi del Guerrini, senza inficiare nulla della sua produzione successiva, forse solo una ispirazione che poteva però essere resa palese per omaggiare l'autore romagnolo.