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Raccolta di recensioni scritte da Greta Noel de Montelay
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Giovanni S. Savino - Saggio - Edizioni Gazebo

Schegge di vita e d’arte

Mirabile lavoro di cesello, importante sforzo compilativo, delicato senso di erudizione poetica. Non in altro modo potremmo definire l’opera di Giovanni Stefano Savino, “Schegge di vita e d’arte”, pubblicato nel 2008 per i tipi delle Edizioni Gazebo, “I quaderni di Gazebo”.
Il testo raccoglie estratti di numerosi saggi, scritti e note critiche letti da Egle Scorpioni Panella, prima arpa del Teatro Comunale fiorentino, negli anni ’60 ad una radio privata.
Il titolo “Schegge” non rende giustizia all’intenso lavoro di ricerca ed approfondimento che emerge dall’opera.
Un senso di vivida meraviglia prende il lettore che si addentra nelle pagine, fitte di riferimenti, note critiche, rimandi. Il lettore viene catapultato nei sentimenti, nelle dinamiche relazionali, nelle intime ragioni che hanno generato opere memorabili come ad esempio il “Concerto in la maggiore per clarinetto e orchestra K. 622” di Mozart, oppure il “Siegfried” di Richard Wagner o ancora la “Sonata per pianoforte op. 111 in do minore” di Beethoven. Tali opere vengono analizzate con chirurgica perizia negli aspetti intimamente musicali, come l’agogica, la qualità della massa sonora, la dinamica del contrappunto. In ogni opera musicale le singole cellule vengono sottoposte ad un rigoroso studio: da una parte vengono contestualizzate nello svolgersi della vita del proprio autore, dall’altra, vengono considerate come esseri viventi, dotate di propria autonomia e capacità generatrice. Le opere di un autore rimandano alla poetica di un altro, il quale a sua volta genera indicazioni e stimoli, che diventano prezioso materiale a disposizione della sensibilità e ingegno di colui che avrà la fortuna di intercettarli.
Ma il gioco dello “scioglimento” degli elementi primi costitutivi di un’opera è mirabile da parte dell’autore anche in altro genere di capolavori: ad esempio la tavolozza emotiva di Chopin. La sua anima, di sofisticata complessità, è passata al vaglio, scrutata, dispiegata.
Ma l’autore si cimenta anche testi poetici di grande respiro: le opere di Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio, Eugenio Montale, Ezra Pound.
Un crogiuolo di indicazioni, citazioni, riferimenti.
E’ tutto a nostra disposizione, non c’è che prenderne a piene mani. Buona lettura.

Id: 208 Data: 25/06/2009 12:55:09

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Jeorge Amado - Narrativa - Edizioni Einaudi

Gabriella, garofano e cannella

Il corpo. Esiste soltanto questo in alcune vite. Ci si costruiscono racconti, dinamiche, comunità, fortune, miti.
“Gabriella, garofano e cannella”. Titolo curioso, fatto del corpo della protagonista, Gabriella, dal sapore di garofano, dal colore di cannella.
La scrittura magnificamente ironica di Jeorge Amado ci conduce per mano, raccontando in terza persona, la vita di questa magnifica mulatta che dal lontano e riarso nord-est brasiliano giunge, danzando con la terra che calpesta a piedi nudi, nella cittadina di Ilheus, durante gli anni ’30 dello scorso secolo.
Una vita, quella di Gabriella, nuda. E’ felice perché “creatura del mondo”, piena del suo corpo. Che è meraviglioso, che canta la vita e che sa fare solo due cose: semplicemente ama, divinamente cucina.
La costruzione del racconto intreccia due grandi momenti: la vita di Gabriella, il suo sentire, la sua gioia – e la scrittura ce ne fa apprezzare ogni minima piega – la storia di Ilheus che da avamposto spagnolo in una terra di inferno, diventa cittadina ricca e borghese grazie al commercio del cacao.
Gabriella è bella da togliere il fiato. E’ come un fiore mai visto, che sboccia dentro la città e che, con il suo profumo, la avvolge interamente. Gabriella riesce a trovare un lavoro da cuoca per il ristorante Vesuvio dell’arabo Nacib, che si innamora perdutamente di lei. La sua fama di cuoca attraversa tutta la città. Tutti la vogliono: perché è sensuale, perché ama liberamente, perché il profumo di quello che prepara incanta. Ma solo Nacib riuscirà a sposarla, ma non a domarla. Gabriella, nella sua semplicità, sceglierà se stessa rispetto alle convenzioni di una piccola città di provincia, butterà giù dalla torre il dover essere, stretto come le scarpe che Nacib si ostinava a farle portare. Gabriella preferirà essere. A dispetto di tutto.
E’ la storia di una donna vera, un esempio per tutte noi.

Id: 110 Data: 19/09/2008 17:17:59