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virtualitas
Virtualitas
Vago! Vanesio Versificare!
Dove finiranno tutte le ditate che hanno solcato la tastiera? Dove? Dove andranno, se con un semplice “CANC” l’universo svanisce. Shift + Canc, subito il nulla. Taglia e incolla, quello che prima hai cucito e legato. Copia e incolla, quello che prima hai sudato e sbavato. F5, per resettare! E se poi si dimentica? Cosa sarà delle nostre parole, delle nostre lacrime, dei nostri sudori? “Parola non trovata: ignora, ignora tutto” Se i programmi inciampano e tutto si blocca! Ctrl + Alt + Canc e di seguito Ctrl + Alt + Canc = resetta il PC.
Visualizzo Vanitas!
Se poi, al solo infettarsi di un innocuo virus - “ WordArt : inserisce testo decorativo nel documento” - l’universo se ne va? Il sudore vince e riempie innumerevoli barili mentre il segno svanisce e sfugge nell’istante che conosce. Virtualmente produrremo poesie - “ SmartArt : inserisce elementi grafici per comunicare informazioni in modo visivo”. Virtualmente vivremo, virtualmente sogneremo. Virtualmente annulleremo secoli di pensieri, millenni di parole : “ vuoi salvare le modifiche al documento? “no”. Bianco travolge secoli di pensieri! No ! Perché saremo stracolmi di VIRTUS!!! Quella adatta al riciclo! Per ulteriori informazioni, premere F1.
Verbalizzo Vulnerabili Verità!
Piano, polpastrello su polpastrello, pigiato duro o soffice sulla tastiera, la lingua si fonderà in un magma indistinto. “salva in bozza” , invia subito, invia posticipato” . Sarà un nulla che cammina, un superare il superato, come è sempre stato, un mostrarsi nuovo, fino a che il buio non inghiottirà teatranti e principesse. “ cambia stili : caratteristico , elegante, fantasioso, manoscritto” : lo stile è virtuale, virtuale anch’esso! Decriptato , ma trasformato! Solo geroglifici dopo la contaminazione. Ma fino a quel punto potremo provare a fingere, a giocare ad ingannarci. “Traduci in arabo, aramaico, farsi, mongolo” : chi potrà leggere le nostre poesie nelle steppe di Ulan Bator? Alla fine, seppelliti dalle sabbie! Controllo ortografia e grammatica: F1 ignora tutto. Ignora solo questa volta. Vedo versi volatilizzati, venir vanificati! Velleità, velleità verbali!
Batto insistenti parole, mi accorgo che sono mute. Traccio infiniti segni, oggi compresi domani svaniti. Servirà ancora la voce? Il suono imporrà la sua esistenza alla Virtus? “ seleziona documento - tutto – “ un’ infedele copia di un’infedele copia, di un’altra infedele e ignobile copia: siamo un mondo di cloni, di riproduzioni vane, di repliche insulse. Copiamo noi stessi, ci scrutiamo, ci guardiamo: copia e incolla. PDF // Word : stesso clone CAN+fine. CRT/LCD : dissolvi l’intera creazione. INVIA: il pensiero è fatale: sbagliato o giusto che sia, il significato si è palesato. Per ulteriori informazioni premere F1
Versifico Venefici vuoti!
Ingannatrici, limitate, meschine. Eccovi: ci volgiamo a non più di un pugno di mosche. Quali presunzioni, quali pretese? Di essere universali poeti? Di essere la Verità! Vuoi dissolvere l’intera creazione? Seleziona “ si”. Weltanschauung : “ Shift + 5: traduci in un’altra lingua”: Visione del mondo: Thesaurus (Maisc + F7) : errato suggerimento. Consumati dalla superbia arranchiamo nella speranza di una rimembranza: la rimembranza non esiste! Scompariremo, scompariremo come aria al sole! E con noi le nostre parole. Poco tempo ci vorrà a seppellire tutto. “Per la comprensione del senso premere ?”
Vaticino Vuoti!
Solo il suono silente resiste. Sublime malinconia: resisti perché non chiedi di resistere. Resisti perché sei, resisti perché solo il non segno, solo il non verbo conoscerà il dopo. Musica che carezzi la mia anima cullami quando scenderò all’Ade, cullami quando le tenebre confonderanno i suoni e persi rideremo l’uno dell’altro. “Ricerche (Alt + clic)”.Quali ricerche, se la mente è vuota. “Il mio linguaggio ha l’estensione del mio universo”. La dimensione della mia prigione. Che poi è lo stesso. Ctrl + F3 – ALT Gr // Traduce il testo selezionato in un’altra lingua. Quale?
Verrà l’era della virtù! L’ineffabile perfezione!
Id: 8066 Data: 13/04/2011 13:53:05
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Prometeia
prometeia
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potrei possedere parole punte potenti per penetrare petti perfette,
potrei , pensare poemi pronunciare prolegomeni, perdermi per passate palingenesi potrei piangere poesie pure perdutamente paga per puro pensarle
potrei, potrei, plasmare pagine, purificare peccati, partorire popoli
potrei, Prometeia puntellare piramidi, perforare pinnacoli ,padroneggiare ponti proferire panglossie proteiformi
potrei, Polimnia predire primazie poetiche per puro pensiero perfezioni panteistiche, pentagrammi panfonici
pacificazione però possiedo paralizzando palati placando poesie pensando pagine piangendo parole
Id: 7481 Data: 05/03/2011 08:56:58
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insomnia
Insomnia
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Io , isterica Io , insana, io, iraconda Io , insonne! Intuisco, in ieratiche immagini, inimmaginabili incubi
Idee imperfette inanello in iperbole instabili Iconografie insane inghirlando in inutili intuizioni
Io, imperfetta Io, inetta Io, irascibile, Io, insonne!
Idolatro icone ingiustamente ieratizzate Inopinatamente ideate in immaginifiche inettitudini
Io, incredula Io, insicura Io, instabile Io, insonne!
Io, Io, io, Io, inesistente! inalbero invano irte incudini , imbastisco illusa ipertrofiche iperboli Inetta, improvviso ingannevoli inni Illusorie, ispide immagini
Io, itinerante idea ieri immateriale immortale infinitesimo
Id: 7477 Data: 04/03/2011 21:42:38
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ossimorica
Divina ossessione È Ricomporre antitesi, che si mostrano identiche Nel nulla del significante
Ardere in spente braci E’ Destrutturare eloquenti afonie Nel panteismo dello zero
Navigare in mari sabbiosi In deserti in burrasca In cieli plumbei di zolle scolanti
Divina ossessione E’ Serrare in pugni di vento la concretezza dell’effimero La materialità del suono, la carne del verbo
disciogliere la lucida follia in lisci grovigli di alghe approdati , dopo amplessi frenati su mari in tormenta
spiaggiati infine naufraghi paghi su chimere di luna
Id: 7452 Data: 02/03/2011 22:54:53
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il tatuaggio
Il Tatuaggio
Vita sei Tu oh mia morte scorta nascosta nelle viscere di valve turgide, imploranti e palpitanti latti
Vita sei Tu nobile morte che con suadenti braccia allacci l’estasi al delirio lago dimentico in cui è quieto andare e sprofondare, affogare, naufragare ebbri di lingue liquide e avide di succo da trangugiare a fiotti
Ti bramo ora oh morte antica e altera ora, al culmine dell’estasi quando di lei intera hai il volto e gli occhi
Id: 7353 Data: 24/02/2011 10:34:43
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E- venti
E-venti
Evento portato dal vento gonfiato dal vento eventualmente, inventato dal vento
Evento vano vanità di Venus, vena di velo, velina, velona venduta, venuta, svenduta per l’evento
Evento vuoto vacuo, vano, non Avvento velato di vela, bucato dal vino sempre e-vento
Event-ualmente venuto da e- ventum comunque venuto! comunque venduto! comunque volato alto, alto, altissimo poi, precipitato nella vuota vulva
Evento velato da varia verità, svuotato di vera veritas evento vandalo del ventre del vivo del vero
Id: 7257 Data: 17/02/2011 18:18:15
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Ventri svenduti al mercato della vanità
Ventri svenduti al mercato della vanità
Ventre pregno di vita sbattuta ignara su impietoso inchiostro
Soffio accennato di un nuovo respiro intriso d’acqua, di sangue, di sale gonfi l’addome scrigno di speme di irrispettoso ospite che ti espone ai cani
Pupille cieche cullate dentro il buio membra accennate bramanti nuova aria fatte cibo, di banchetto ingordo fatte pietanza, di acari affamati
Madre regina della vita ricca del più ricco dono tu esponi il frutto sacro divenuto sacco di stracci e dispensi ad avvoltoi, di disumano cibo brandelli del segreto del tuo seno
Piange la crisalide con occhi e bocche conficcate dentro il ventre e chiede al sangue di celar mistero
Ripiega il capo per schermire l’anima ed urla già, nel vermiglio lago lamenti silenziosi
E tu madre non madre Giuda di trenta denari vendi il segreto del tuo seno per centesimi di VANITA’
Id: 7237 Data: 16/02/2011 19:07:41
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cogito ergo sum
Cogito ergo sum
È risorto il pensiero dal sonno il sudario giace vuoto sulla soglia del giorno
Noi disperati gridiamo soffocati da un insostenibile affollamento di idee
Id: 7215 Data: 15/02/2011 19:32:58
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altra marea
Alta marea
Rotola nei rivoli ritorti dell’orecchio la burrasca marea gravida remota di sale roboante e grondante di scaglie di sole rolla le urla di grida lontane trascinate a riva da barche in deriva
Rimbomba schegge di ruvido vento tra la rena e gli abissi risucchiati al margine dell’orizzonte dai flutti dei sogni
Sbatte ringhia e arrotola dispersi rifiuti che poi striglia con verghe di vento come ardito cocchiere e sparge nell’aria stonate note di disperanti rotte
Dissonanze ruvide sibilanti negli orecchi del nulla mani rugose chetate su occhi rotti di veglie e grida urlanti ancora come estremi relitti di reietti randagi come scarti di pioggia di qua dal ventre del buio
Rulla a riva livida di ragli e gracidii rifiuti liquidi che irridono risa, sezionate ad ali di gabbiani
È l’alba briciole di luce si insinuano negli interstizi ritorti della mente
Id: 7170 Data: 13/02/2011 10:42:29
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Notte a Los Angeles
Per chi muore solo
Notte a Los Angeles
La notte ha il colore del cobalto nella città degli angeli tinta da neon di solitudini vive soffocata dai fumi di desolazioni a colori
Nessuno cammina dove vivono gli angeli solo fantasmi d’uomini scarti di scarti, scartati dai rifiuti abitanti esuli nel quadrato della Morte al centro e al fondo del cuore dei potenti
E’ notte nella giungla degli angeli labirinto di asfalto che nega e affoga il sonno incubo degli incubi dove fermarsi è morire dove pensare è annegare
Tutto puoi avere nella città degli angeli tutto puoi avere MENO UNA CAREZZA
Id: 7162 Data: 12/02/2011 19:22:28
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erato
Erato
Fiammeggiavo durante l’attesa, tremavo accesa lungo tutta la ragnatela del sangue
Le mie labbra palpitanti erano braci vive sussulti d’ansia d'accoglierti, legarti, braccarti all'inferno viola della mia carne tumefatta cosparsa di unguento colato dalle cosce, spiagge per lacrime lattee chiamate dal tumulto del mio ventre
Era spasimo il pensarti in quell’attesa, sfregio consumato in solitudine, un mal riuscito tentativo di placare il gemito di un istante per sempre soffocato
Poi arrivavi ed io carnivora, Ti divoravo mentre Ti dissetavi guardandomi con occhi lontani persi , abbandonati nel riflesso della Fiamma in quel siero di umori e sangue
Ed io cannibale, Ti sbranavo e succhiandoti Ti dissetavo, Ti cullavo per fame dilaniandoti nell'accogliere il tuo corpo con carezze senza ritorno
E quando risorgevi , svuotata dal veleno guardavi fiera il Tuo pasto e ciò che di me era rimasto nelle Tue fauci
Id: 7014 Data: 02/02/2011 18:24:25
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la mia strada
La mia strada
Si snoda tra radici e fronde di sogno La mia strada Sotto una silente cupola di screziate foglie Dalla cui cresta , celato, sorride il tempo
Avanzo , non mi giro, solo il sogno negli occhi Che non sgorgo tra le trame dei rovi ma di cui sento i tocchi lievi sulla pelle ormai foglia anch’essa
Avanzo e avanzo , paga della mia cecità, sul bruno umido della terra e assorbo il rosso scuro delle ghiande divenute i miei occhi e aspiro sottoboschi aranci mie silenti mani
Consumo a sorsi la mia strada sono ormai io la mia strada io visione , io strada, io sogno
Id: 6963 Data: 30/01/2011 12:07:49
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melpomene
Melpomene
All’improvviso la Fortezza ha occhi , all’improvviso e muri, e rostri e torri
Da inconsistenza estrema inaudito immateriale , all’improvviso è volto e riso e sguardo
Creta Ex-sistita dall’effimero creatura a sé creatrice da soffio a grido, da sogno a rocca, da fiato a carne
Improvvida materia, provvidenziale oltre da spasimo a possesso, da anelito a dominio, da sogno a struggimento
All’improvviso, sorprendendoci è affiorato il caravanserraglio bucando il vago della nebbia e divorando l’illusorio vero in un solo suono da effimero a tangibile, da innumerevole ad uno, da possibile a ultimo salvifico occaso
Da confusione gravida Non pensabile corpo, all’improvviso È membra di ponti , pinnacoli e rovi di pareti
Argilla pre- esistita , Plasmata Da se stessa Da tormento a estasi, da brama a quiete, da bruma a pioggia, da brina a neve, da nebbia
Inconsiderata materia, provvidenziale Oltre Improvvida materia da spasimo a possesso, da anelito a dominio, da sogno a struggimento
Id: 6947 Data: 29/01/2011 17:28:12
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Orfeo e Euridice
Orfeo e Euridice
Si solleva lentamente da latitudini sospese oltre, molto oltre la notte il vento dell’irrilevanza ( sento vago il suo richiamo )
Fosche trasparenze gonfiano il tifone di zolfo rarefatto dietro cui si sbriciola la pergamena disseccata ( aspiro intero il suo odore )
Dilaga e inonda l’aria una luce acida di scirocco che soffoca e asfissia il sudario della voce ( la cerco nel magma del suo delirio )
Il gesso è divenuto stigma di un’ eco ferma sul cuore del lemma incollata sulla punta della lingua ( faccio scempio della mia lira addormentata)
Brandelli di parole turbinano tra i contorni effimeri delle cose i margini fallaci delle differenze le false distinzioni , le effimere chimere le irrilevanze, tutte le irrilevanze ( fiori appassiti depongo sulla tomba del verbo )
Chiudo gli occhi dentro la mia tenebra dove intravedo , risorta dagli inferi , la voce
Id: 6943 Data: 29/01/2011 14:09:50
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La conta delle ore
La conta delle ore
Noi che iniziamo al mattino la conta del tempo armati solo di avara clessidra amara di fiele, sterile d’ore
Noi, si che sgraniamo pulviscolo di astri istantanei accatastati a fatica sull’altare del giorno questo giorno che non passa che non scivola intasato in chiuse serrate di dimenticate meridiane buttate lì a ricordare rugginose are di trascorsi Dei
Noi, miseri condannati a pestare scalzi lunghezze siderali sotto impietose some dal mattino alla sera dipanate in labirinti ciechi screziati di sangue testimoni del simulacro vano del dipanarsi del tempo
Noi, miseri noi! che srotoliamo il gomitolo dal mattino alla sera e filo dietro filo giro dopo giro scrutiamo con sguardo a brandelli gli attimi sciolti dilatati a cerchi silenti in oceani di ore
Noi , miseri noi, di umana miseria ammantati che buttiamo lo sguardo alla sera in estremo miraggio remoto e indistinto anelito di ultima quiete oasi minore in perduto deserto in cui noi, persi e dispersi in ardenti sabbie brancoliamo a fatica
Noi, graziati noi! quando sopiscono i rulli dell’anima sprofondata in ore inconsapevoli sospirate e sudate come terra per naufrago ventri ancestrali di silenzi finali quelle ore bramate con desideri a brandelli ultimi santi di precipizi incoscienti
Dove noi portati a spalla in disperato riposo spasimiamo sonni che curino l’anima.
Id: 6116 Data: 23/11/2010 18:05:19
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