Sciolgo i nodi dell’aria sui capelli
ripasso tra le dita
parole che non dicono
stringo forte il tacere e trema l’innocenza
su fronde lontane di tiglio.
Questo andare senza un dove
ha un acre sapore di tempo arso –
sento le urla dei miei anni
bruciati dentro i roghi.
D’aria incerta i miei passi sull’attesa
leggo la mia mano
e s’agita un destino non mio.
Vado con parole senza bandiera
perché sono una zingara ignorante
che ha piantato la tenda
all’ombra dei vizi e dei silenzi altrui.