I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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In questa lunghezza chiamata tempo
In questa lunghezza chiamata tempo vi è un’interruzione chiamata vita.
Esplosione di riti, ciclici disegni portano il pensiero alla percorrenza dell’esistere.
Se c’è un’interruzione è la vita. Dall’etere all’utero, dall’utero all’umano.
Le bocche della gioia celebrano festività ad ogni punto interposto tra gli eventi e la vita.
In questa lunghezza chiamata eterno c’è un’interruzione chiamata vita.
Id: 25240 Data: 09/04/2014 14:04:51
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Ammainare lo sguardo
Ammainare lo sguardo aldilà di una stanza, fuori tendere la mano sfiorando le curve del vento e ricordarsi del proprio nome per non dimenticare l’origine.
Id: 25239 Data: 09/04/2014 14:04:20
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Penetrata la luce dentro i rami
Penetrata la luce dentro i rami ho per caso scoperto la malinconia nel luogo esatto dove ho conosciuto la gioia. Capita anche a me di leggere Wislawa e di pensare al suo piccolo sorriso, superbo come un generoso tramonto dopo un pesante pensiero di vita.
Settembre ama il fruscio dei pensieri e il calare del sole dentro una nostalgia. Settembre, la lontananza è giunonica come il letargo nel cuore in inverno.
Id: 25238 Data: 09/04/2014 14:03:14
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Penelope
Non è qui che si celebra il vacuo della quotidiana e manesca follia. Non qui, non ora, in questo taglio che finalmente si lacera di luce.
Vorrei nascondermi dal male, amen, ma non posso abbassare la testa a terra, dove gli occhi si fanno neri come la terra che piangono amara.
Sentire il fiato di una giornata finita nel docile attimo della buonanotte del sole, quando saluta la tua bocca e tutte le palpebre si fanno chiuse.
Penelope , per un attimo le mani intrecciano il tempo lungo la tela, lungo gli istanti dilatati dai sospiri così vani che i giorni sbattono le ali.
Id: 25237 Data: 09/04/2014 14:02:47
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Provo a riprendere tra le mani tue parole
Provo a riprendere tra le mani tue parole, viali bianchi incisi di polvere e stanchezza che ti vedono riposare con la schiena morbida poggiata come piuma sulla tua quercia già cantata, con le ginocchia all’aria fresca e le mani pensili a cogliere le piccole cose da te raccolte nel novero.
Ci guardiamo da due mondi: il linguaggio del silenzio tesse discorsi nella presenza di noi.
Mi appari lieta e luminosa, margherite sul tuo seno e la mia guancia ti saluta lacrimosa, gioia luminosa.
Ci siamo incontrate a metà strada, nel sogno della casa della mia infanzia sempre presente: era l’alba il giorno il tramonto la notte, ciclico tempo mutevole, stagioni.
Pietra, tu, parlavi col silenzio di me, a me, nell’attesa che io sentissi finalmente la tua assenza, per sempre, Presenza. Non mi sei lontana se non per spazi, luoghi, ma ogni parola riletta è una Pasqua di te rinnovata.
Id: 25236 Data: 09/04/2014 14:02:21
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È per l’ubriachezza dell’assenza
È per l’ubriachezza dell’assenza che ci ricordiamo di vivere sempre. Per quel momento dove il fiato s’arresta e le mani si fanno pianura di ghiacciaio.
Poi, si risanano le memorie come lunghe orazioni da fissare sul piano del marmo. E sappiamo – finalmente – d’essere soli nell’eterno esistere della nuda presenza.
La bellezza ci richiama, di lacrimazione contaminata, a riordinare immagini remote.
Il muretto della casa – sopra il quale la mia mano posava – sentiva il calor fatuo del sole di giugno, e racchiuse in sospensione l’estate a mezzogiorno.
Un procedere d’intermittenze l’upupa ci donava. Tuttavia, risiede quell’istante di dolcissima apatia nei sempre celesti angoli del profondo ricordare.
Id: 25235 Data: 09/04/2014 14:01:47
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E starò a guardare
E starò a guardare i tuoi occhi lanciarsi per i pendii desolati dei miei sogni fumanti: tu, ferrosa gaiezza di me. Se per nulla lottammo questo è il tutto che desidero di noi, cigni umidi baciati dall’unguento d’acqua fiumana che discioglie queste aride zolle dove la vita rimase incastrata.
Id: 24092 Data: 25/01/2014 21:59:07
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Anche questo è ritrovarsi
Anche questo è ritrovarsi: vederti dormire nello spazio del tempo dedicato alla nascita di una parola nuova, momento dove il silenzio si fa discorso bramando attenzione dai suoi ascoltatori: Noi. Le infiltrazioni d’acqua sulla zattera non porteranno sempre serenità impensata. Eppure abbiamo imparato a nuotare le onde e capire quando è ora di far finta di annegare.
Id: 24091 Data: 25/01/2014 21:55:42
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OLTRETUTTO, Edizioni PulcinoElefante
http://valentinacalista.wordpress.com/2013/10/13/9029-valentina-calista-oltretutto-ori-di-luigi-mariani-edizioni-pulcinoelefante-2/
Id: 24090 Data: 25/01/2014 21:54:28
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È per l’ubriachezza dell’assenza
È per l’ubriachezza dell’assenza che ci ricordiamo di vivere sempre. Per quel momento dove il fiato s’arresta e le mani si fanno pianura di ghiacciaio. Poi, si risanano le memorie come lunghe orazioni da fissare sul piano del marmo. E sappiamo – finalmente – d’essere soli nell’eterno esistere della nuda presenza. La bellezza ci richiama, di lacrimazione contaminata, a riordinare immagini remote. Il muretto della casa –sopra il quale la mia mano posava – sentiva il calor fatuo del sole di giugno, e racchiuse in sospensione l’estate a mezzogiorno. Un procedere d’intermittenze l’upupa ci donava. Tuttavia, risiede quell’istante di dolcissima apatia nei sempre celesti angoli del profondo ricordare.
Id: 24089 Data: 25/01/2014 21:52:30
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È il tempo
È il tempo – questo treno dissennato – a lasciarci dondolare nelle strade, nei luoghi, cari o meno cari, dove siamo tutti noi uguali, umani, silenziosamente soli con la polvere. Talora la notte ci insegue parlando d’un sospiro che si fa pianura d’anima, quando il fango si scioglie in acqua e dal mio pulsante vulcano si lava. Ed è il magma fluente d’esistere, raccontato nei secoli dei secoli dove le lacrime sono sgorganti sorrisi. Anche noi, esistiamo lontano dal terrore, lontano dall’ombra che -qui,talvolta- appare a intenebrirci d’insediate ossessioni.
Id: 24088 Data: 25/01/2014 21:51:29
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In questa lunghezza chiamata tempo
In questa lunghezza chiamata tempo vi è un’interruzione chiamata vita. Esplosione di riti, ciclici disegni portano il pensiero alla percorrenza dell’esistere. Se c’è un’interruzione è la vita. Dall’etere all’utero, dall’utero all’umano. Le bocche della gioia celebrano festività ad ogni punto interposto tra gli eventi e la vita. In questa lunghezza chiamata eterno c’è un’interruzione chiamata vita.
Id: 24087 Data: 25/01/2014 21:50:42
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Mi fermo
Mi fermo, poso la mano sul mio petto che tace. Silente aspetta il fruscio del tuo passarmi accanto o della tua mano sfiorarmi. Il salice posa il braccio sulla schiena dell’acqua fiumana.
Id: 24086 Data: 25/01/2014 21:49:49
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Ti aspetto nella mia fragilità
Ti aspetto nella mia fragilità come notturna presenza che t’ama. Il sospiro del tuo corpo in lontananza è apnea del cuore al tuo arrivo. Gli angeli fingono di dormire.
Id: 19367 Data: 27/02/2013 17:56:18
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Perpetua ad ogni alba rinata
E di ogni cuore turbato, amato, odiato, tutte le gioie avrei potuto sentire e le esplosioni sarebbero state vere. Ma non so se oggi vale la pena essere liquidi come inchiostro o duri come la nera pietra del fuoco. Poi amore mi chiami forte ché nell’amara parola non sento più niente né il cuore né il cielo, né il sospiro, né il tuo suono che pare così aperto. Cosa diventiamo dentro questo ponente? Ad ogni calare di sera l’orizzonte mi chiama, Perpetua ad ogni alba rinata, ti lavi coll’acqua del mare di seta, Perpetua che ama la prima ora nuda della sera.
Id: 19366 Data: 27/02/2013 17:55:22
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Provo a riprendere tra le mani le tue parole
Provo a riprendere tra le mani le tue parole, viali bianchi incisi di polvere e stanchezza che ti vedono riposare con la schiena morbida poggiata come piuma sulla tua quercia già cantata, con le ginocchia all’aria fresca e le mani pensili a cogliere le piccole cose da te raccolte nel novero. Ci guardiamo da due mondi: il linguaggio del silenzio tesse discorsi codificati dalla nostra onirica presenza. Mi appari lieta e luminosa, hai le margherite sul seno e la mia guancia ti saluta lacrimosa, gioia luminosa. Ci siamo incontrate a metà strada, nel sogno della casa della mia infanzia sempre presente: era l’alba il giorno il tramonto la notte, ciclico tempo mutevole, stagioni. Pietra, tu, parlavi col silenzio di me, a me, nell’attesa che io sentissi finalmente la tua assenza, per sempre, Presenza. Non mi sei lontana se non per spazi, luoghi, ma ogni parola riletta è una Pasqua di te rinnovata.
Id: 19365 Data: 27/02/2013 17:47:09
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Se non ti parlo
Se non ti parlo non è per l'inerzia del sole ma del mio labbro teso a chiamarti nel tempo. Non è l'assenza del desiderio limpido, attesa, ma la piena del pulsare interno all'orizzonte. E le tue mani fioriscono sulla terra del mio seno, vallate timide sotto il maestrale del tuo fianco. I bacio è velluto,esattamente la tua pelle bruciata delimita i perimetri delle mie isole frastagliate.
Id: 6823 Data: 22/01/2011 15:34:51
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Nuovamente insisto
Nuovamente insisto nell'aprire porte destinate all'uso delle passioni.
Sulla sera tracciamo dolcezze un po' acri come il sangue che l'amore rende forti.
Mi hai passato le mani, le tue: ecco che ricolmo le mie lacune aspettando che ancora si modelli il cuore nuovo, pulito, un vestito per questo giorno di festa allegra risorto nella mia intima trincea.
Id: 6822 Data: 22/01/2011 15:32:31
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lapertura del mio domani
È un approccio scaduto: la danza del passato arriva come l'uguaglianza dei sessi, cose rarefatte dall'abitudine. Saracinesche gli occhi attendono l'apertura del mio domani. Vivo l'allegria dopo ogni morte di pensiero.
Id: 6821 Data: 22/01/2011 15:28:50
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