I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il conto
E' breve il fremito che mi persuade
a spalancare gli occhi in piena notte,
e mi denuda senza sollevare
le coperte dell'incubo ammainato:
riflusso di amarezze tracannate
nel mosto dei propositi incompiuti,
che tornano per presentare il conto
e non nascondono quant'è salato.
M'invitano a spogliarmi,
e docile obbedisco.
Id: 19651 Data: 19/03/2013 17:26:23
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Sabotaggio
Le palpebre socchiudono un diorama
che si spalanca ai piedi del mio letto
e sfreccia su autostrade senza casco
se non lo indosso è perché assisto
e chiamo "ribellione" i manifesti
appiccicati ai margini del tutto
impressi nel mio lento scivolare
sopra superfici già battute
- sopra, sì, ma con l'idea del sotto -
e l'idea non dissotterra i vermi
mi appaga già saperli nelle viscere
ignaro che capire dà una mano
a immaginare ma concretamente
a scegliere nemici imprevedibili
e imporre loro una belligeranza
che non è un velleitario contropiede
è un sabotaggio delle condutture
e la convalida è della ragione
Id: 19640 Data: 18/03/2013 19:10:45
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Mi trovo a ripensare
Hanno piantato gli alberi
così celando il treno
e il suo sferragliamento
hanno tagliato gli alberi
il treno che ti porta
lontana eternamente
che penetrava i muri
perfino a non passare
che c'era onnipresente
nei giorni alla finestra
lo sguardo fisso ai monti
fumando interamente
hanno piantato gli alberi
malate sigarette
inverosimilmente
gettate di nascosto
per non dover ammettere
che si erano già spente
ben prima delle lacrime
hanno piantato gli alberi
adesso che non abito
è meglio poi che mai
che mai ritroverò
sparito l'orizzonte
non vedo più le trote
non sento più i binari
hanno piantato gli alberi
la prospettiva squadrano
squadrare è un po' schiarirsi
e formano una siepe
lo sguardo escluso come
volessero proteggermi
dal sordo imperversare
hanno piantato gli alberi
e nel silenzio pieno
di questa fissità
mi trovo a ripensare
senz'ombra di rimorso
che tu hai piantato me.
Id: 19213 Data: 16/02/2013 15:20:22
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Unaltra bicicletta
Non sono stati pochi i danni
né i dilemmi, sul tuo telaio
che mi reggeva da tre anni:
il copertone è sceso a terra,
il parafanghi s'è inclinato
e s'è scalfita la forcella.
Malgrado i segni dell'usura,
ti ho sempre fatta riparare
con amorevole premura:
sono problemi passeggeri,
mi dicevo, per poi tornare
al tuo sellino volentieri.
Ma quando ti hanno tamponata,
ci ho messo un attimo a capire
che la tua sorte era segnata:
la ruota non girava più,
così ti ho presa e ti ho posata
accanto al cassonetto blu.
Ora dovrò guardarmi attorno,
cercando un'altra bicicletta:
sarà una lunga pedalata,
in rapidissima salita.
Id: 18497 Data: 07/01/2013 15:37:17
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Linterruttore
Abbasso piano la serranda
sul box che custodisce l'auto
e sulla nostra storia esangue,
che lentamente va spegnendosi:
si spegne pure, all'improvviso,
la luce a tempo del garage,
precipitandomi nel buio
di solitudini rimosse.
Avanzo cauto a braccia tese
per incontrare qualche appiglio,
tra i muri un tempo familiari
dell'infanzia - e rassicuranti:
ci si giocava tutti i giorni
e li sapevo palmo a palmo,
con le lamiere come reti
e i labirinti immaginari.
Appoggio il dito sopra al tasto
con incredibile aderenza,
e mi stupisce indovinarlo
ancora adesso al primo colpo:
lo premo per intravedere
remoti aspetti di me stesso,
per ritrovare confidenza
con la mia intatta identità.
Illumina l'interruttore
il mio cammino nel futuro:
e lascia in ombra il nostro amore,
mentre rasento il vecchio muro.
Id: 18414 Data: 02/01/2013 19:48:10
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