I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Canti straziati s'innalzano,
nell'alba che par declino,
annientato
Si ode,
il terzo strillo
Funesto,
di quel narciso ribelle
che la luce vuol far rinascere
nel fluttuare incostante
dei tanti,
soli,
spiriti
degni di scrutare
oltre questo sterminato mare
Oscuri presagi d'involuzione
si riflettono cangianti nel terrore
suffuso,
dei soli avanguardisti
Nulla è certo
nella muta,
impossibile straduncola
che si snoda impetuosa verso la vetta
La cera cola,
densamente,
sugli occhi,
come la murrina di un caleidoscopio.
Orrenda visione sfaccettata
nei latrati profondi
del torrido traghettatore.