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Raccolta di poesie di Rosamaria Fumarola
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Un irresponsabile sole di novembre.

In questa domenica di novembre,  

il cuore si sfoglia 

ad ogni raggio di sole

che impone la sua visita, 

occupando il balcone,

lottando contro una stagione 

che ha già pagato l'affitto

e che, 

rabbuiata, 

stenta ad imporsi 

su quello stesso balcone. 


Id: 46719 Data: 22/01/2018 03:09:43

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La corda.

La vita, 

era nel cuore

una palla che rotola, 

ma sulla strada, 

un saltare in eterno

la corda. 


Id: 45767 Data: 17/12/2017 04:01:05

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Domani non farò niente.

Domani non farò niente. 

Starò ad ascoltare il mobile del salone.

È un po' impolverato, 

come sono io da sempre 

ed ha la pazienza delle donne obbligate 

ad essere mogli e madri. 

Ascolterò poi il pavimento 

e cercherò la consolazione del lume, 

dell'attaccapanni e della luce gialla, 

con cui festeggeremo un sobrio sabato. 

Rimarremo tutti a parlare

senza un suono,

come di certo dev'essere per l'eternità.  

 


Id: 45059 Data: 13/11/2017 02:42:02

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Il sussurro di una bugia. »
Questo testo è in formato DOC (19 KByte)

*

Estate.

L'estate ci coglie isolati,

sperduti ognuno

in qualcosa, 

per la prima volta 

in una guerra improvvisa, 

che chissà se finirà mai, 

come il rumore eterno

della catena di montaggio. 

 

                                               Maggio 2010.


Id: 44876 Data: 01/11/2017 01:17:39

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A Giovanna. »
Questo testo è in formato DOC (25 KByte)

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Il latte versato.

Non so come dirti, 

che gli abiti 

che non ci hanno coperte, 

merletti bianchi e sete scure, 

non ci sono più. 

A passi spaventati

attraversammo strade

che non ci amavano, 

immaginando città illuminate e sorridenti

che non abbiamo conosciuto.   

Sarà forse un sollievo

perdere sé stessi. 

Già si perde tra le dita il nostro vento, 

che si vergognava degli autunni, 

ed io non proferisco parola. 

Sarà un sollievo

non sentire il suo rumore freddo 

sulle orecchie, 

far rientrare finalmente, 

la vita che fummo, 

quel latte versato, 

nella sua bottiglia

e dire:"Non sono stata io". 


Id: 44724 Data: 22/10/2017 03:56:23

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Una canzone.

                                     Per Roy, il mio cane. 

 

Quante linee sai tirare

nel salone illuminato.

Sei il solo 

ad avere forme da dare allo spazio, 

che a me, 

da sempre e tristemente sfugge, 

a restituire ad un dondolo di legno

il suo colore vivo,

in questo tardo pomeriggio 

d'una domenica d'autunno, 

mentre io mi muovo di corsa

tra una stanza illuminata e l'altra 

ed il sugo che cucino, 

sembra quello della cena di Natale, 

un nostro Natale, 

tagliato su una pietra senza nome. 

 

                                

                              

 


Id: 44634 Data: 16/10/2017 02:00:59

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Lombrichi e Leoni.

Avrei voluto dirti

che ci siamo capiti 

e che poi

le nostre strade 

si sono divise.

Ed invece ho da dirti che

non ho capito niente di ogni cosa 

e che niente ci fu, 

senza essere equivoco. 

Forse queste

sono le vite 

di quelli sbagliati, 

che percorrono strade

senza cielo e senza asfalto, 

di specie viventi diverse, 

che stanno alla vita umana

come i Lombrichi  ai Leoni. 


Id: 43315 Data: 27/06/2017 01:33:44

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Dopo il primo esame. (3 Dicembre 2014)

Mantella morbida,

passato di ceci ed olio d'oliva, 

avvolta attorno al collo, 

gocciola per terra

e su calze nere consumate.

Cos'era quella febbre

che provavo nel toccarla,

quel sapere

che non ne avrei avuto calore,

che non l'avrei trattenuta

perché troppo diversa

dalle mie ossa?  

 


Id: 41006 Data: 15/01/2017 02:00:38

*

La caduta (2013)

Dal mare grigio ed increspato

mi sollevai. 

Spezzai il pane in volo

con chi aveva

solo un cappotto, 

di pessima fattura. 

Percorsi le strade, 

sapendo che 

due note in testa

sono poche. 

Spezzai il volo, 

perché 

gli ascensori dei proletari

sono sempre

guasti. 


Id: 40852 Data: 06/01/2017 21:26:38

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La caduta (2013)

Dal mare grigio ed increspato

mi sollevai. 

Spezzai il pane in volo

con chi aveva

solo un cappotto, 

di pessima fattura. 

Percorsi le strade, 

sapendo che 

due note in testa

sono poche. 

Spezzai il volo, 

perché 

gli ascensori dei proletari

sono sempre

guasti. 


Id: 40851 Data: 06/01/2017 21:26:04

*

3 1 Maggio 2012

Niente importa. 

Ieri si cancella. 

Non ho un solo ricordo. 

La perfezione 

accarezza tutti i miei tagli

ed io li porto avanti,

come una zuppiera a tavola. 

Che la felicità 

stia nel nulla ritrovato 

dal quale veniamo? 

Che la vita stia tutta

nella ricerca

di qualcosa 

che ci cancelli? 


Id: 40787 Data: 02/01/2017 02:20:54

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3 1 Maggio 2012

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